Dietro le quinte: storia di spie e servizi segreti in Russia
Inauguriamo una serie di interventi di Yurii Colombo che approfondiscono il ruolo dei servizi segreti russi, la loro trasformazione nel tempo dal Kgb all’odierno Fsb, gli agenti passati alla storia, i segreti di stato della polizia politica che hanno protetto lo zarismo e assicurato la sopravvivenza dei vari regimi susseguitisi in Russia fino al crollo dell’Unione Sovietica. Si parlerà del rapporto tra la Lubianka e Putin nella Federazione di oggi, della politica degli avvelenamenti e dell’influenza dei servizi nella politica estera del paese. Questa è la prima puntata.
Kgb: la polizia politica dello zar dai poteri illimitati
L’antenato del Kgb (Komitet gosudarstvennoy bezopasnosti – Comitato per la sicurezza dello stato), il temutissimo servizio segreto sovietico, poi ribattezzato dopo il 1991 Fsb, fu istituito da Ivan il Terribile nel 1565 e operò per solo 7 anni con nome di Opričnina (il ricordo di questa “guardia scelta” è stato rinverdito in chiave fantasmagorica e futurista recentemente nel romanzo La giornata di un opričnik di Vladimir Sorokin). Tuttavia perché in Russia si formasse il primo servizio segreto moderno, l’Ochrana, si dovette aspettare il 1881 quando dopo l’attentato allo zar Aleksander II a cui prese parte anche il fratello di Lenin, Aleksander Ul’janov, a corte ci si accorse che lo sviluppo di organizzazioni rivoluzionarie in tutto il paese rischiava di sommergere l’Impero. L’Ochrana, come è stato sottolineato nell’ormai classica storia del Kgb scritta da Christopher Andrew e Oleg Gordievskij fu l’unica organizzazione di spionaggio nell’Europa di quel tempo con poteri praticamente illimitati e un’ampia sfera di attività mentre le altre forze di polizia europee (ancora per poco!) operavano nel rispetto della legge. In fatto di crimini politici aveva il diritto di investigare, incarcerare ed esiliare di propria iniziativa e senza alcun controllo dei vertici dello stato. La differenza fondamentale tra la Russia e il resto d’Europa, scrisse nel 1903 Pëtr Struve, un marxista “legale” poi convertito al liberalismo, era «il potere assoluto della polizia politica a cui lo zarismo affidava la propria sopravvivenza», una caratteristica che, guarda caso, sembra si sia tramandata, come vedremo, fino ai nostri giorni…
Ochrana: “Misure attive” e “azioni speciali”
La spia più celebre che l’Ochrana riuscì a reclutare fu Roman Malinovskij, deputato alla Duma di stato per i bolscevichi e uno dei bracci destri di Lenin. Un ruolo particolare all’interno della struttura dell’organizzazione ma anche nell’economia della nostra riflessione sui servizi in Russia fu rappresentato dal quartier generale dell’Agenzia Estera dell’Ochrana (la Zagraničnaja Agentura), che fu istituita per sorvegliare gli emigrati politici e guidata da Pëtr Račkovskij (il probabile compilatore dei Protocolli dei Savi di Sion). Infatti come successivamente il Kgb e il Fsb, la Zagraničnaja Agentura ebbe sempre un ruolo fondamentale non solo per le raccolte delle informazioni, ma anche nell’attuazione di “misure attive” programmate per influenzare i governi stranieri e l’opinione pubblica, oltre che “azioni speciali” come, per esempio, quella del 1886 in cui gli uomini di Račkovskij fecero saltare a Ginevra la tipografia della “Volontà del Popolo”, la più famosa delle organizzazioni populiste, riuscendo a far sembrare l’attentato come l’opera di rivoluzionari delusi. Račkovskij non si limitò nella sua carriera solo alla raccolta delle informazioni segrete e alle “misure attive”, ma cercò anche di influenzare la politica estera russa. Quando giunse a Parigi nel 1884, era già un convinto sostenitore di un’alleanza con la Francia. Un’autonomia politica che invece verrà a mancare ai servizi nell’epoca di Stalin quando furono ferreamente diretti dall’alto.
La Čeka e il destino degli accusati
Dopo la presa del potere da parte dei bolscevichi nell’ottobre del 1917, la creazione del “Comitato straordinario di tutte le Russie e per combattere la controrivoluzione e il sabotaggio” meglio conosciuta con l’acronimo di Čeka (poi Gpu-Ogpu-Nkvd) venne affidata a uno dei duri della vecchia guardia leninista, Felix Dzeržinskij (membro della socialdemocrazia lituana dal 1895). Nel suo discorso di investitura il rivoluzionario russo chiarì subito i suoi intenti: «Non pensate che io cerchi forme di giustizia rivoluzionaria; in questo momento non è di giustizia che abbiamo bisogno. Adesso è questione di guerra faccia a faccia, di lotta all’ultimo sangue. O vita o morte! Io propongo, anzi, esigo, un organo per la resa rivoluzionaria dei conti con i controrivoluzionari». Nella logica della guerra civile il terrore rosso si poneva il compito di sterminare «la borghesia intesa come classe. Nel corso delle indagini, non cercate di dimostrare che il soggetto ha detto o fatto qualcosa contro il potere sovietico. Le prime domande che dovete porvi sono: a quale classe appartiene? Qual è la sua origine? Quali sono la sua cultura e la sua professione? Le risposte a queste domande devono determinare il destino dell’accusato». Negli anni della guerra civile, ma ancora fino agli anni Trenta, la Čeka più che svolgere attività di intelligence operò piuttosto quindi nel campo della pura repressione e secondo alcune fonti le esecuzioni eseguite dai suoi uomini tra il 1917 e il 1921 furono circa 250.000. Successivamente – negli anni Venti – le funzioni dei servizi sovietici si limitarono essenzialmente al collegamento con i vari partiti del Comintern, nel tentativo di sviluppare la tanto sperata rivoluzione internazionale. Con risultati scadenti, a dire il vero, visto il fallimentare tentativo di putsch rivoluzionario in Germania del 1923.
Gpu-Nkvd: la struttura informativa contro ogni tipo di opposizione
Fu solo con l’ascesa di Stalin che la struttura informativa, prima sotto la direzione di Genrich Jagoda e poi di Lavrentij Beria, divenne scientifica ed efficiente. La necessità di portare avanti una lotta spietata contro ogni tipo di oppositori e sabotatori della pianificazione industriale e agricola (questi ultimi perlopiù di fantasia) condusse la Gpu-Nkvd a costituire una fittissima rete di informatori in ogni piega della società favorendo la delazione di massa e un clima di sospetto in tutta il paese. Furono milioni le persone che dal 1929 fino al 1953 soffrirono nei GULag (i campi di lavoro forzato creati in tutta l’Unione Sovietica a partire dal 1930) e centinaia di migliaia i cittadini sovietici che furono passati per le armi in quanto “nemici del popolo”. Ma la vera opera di spionaggio, di raccolta delle informazioni e e di provocazione per come lo si intende oggigiorno fu realizzato dalla Gpu-Nkvd all’estero. Il primo grande filone a cui furono adibiti gli agenti stalinisti era quello di controllare la variegata emigrazione controrivoluzionaria bianca concentrata fondamentalmente a Parigi (mentre quella menscevica visto che la buona parte dei suoi quadri era di origine ebrea aveva abbandonato l’Europa per raggiungere gli Stati Uniti). Qui i servizi segreti russi nel 1930, grazie all’aiuto della mezzo soprano Nadežda Plevitskaja, portarono a segno il sequestro e l’uccisione di Aleksander Kutepov un generale che durante la guerra civile russa era stato ai comandi del generale Denikin in Siberia e nella capitale francese era uno dei più attivi organizer della diaspora controrivoluzionaria. Ma lo sforzo maggiore compiuto dalla Gpu-Nkvd in quegli anni fu rivolto a vanificare i tentativi delle formazioni comuniste eretiche collegate a Lev Trockij di stabilizzarsi in Occidente.
Stalin contro il pericolo del trockijsmo europeo
Il timore principale di Stalin – secondo Gordievskij – inizialmente fu legato alla crescita di influenza del Partido Obrero de Unificacion Marxista (Poum) spagnolo nella guerra civile spagnola. Questa formazione marxista pur non essendo ortodossamente trockijsta, era ferocemente antistalinista e avrebbe potuto rappresentare soprattutto in Catalogna repubblicana, una base logistica per il trockijsmo europeo. Per stroncare il Poum il capo della Nkvd Jagoda spedì in Spagna gli uomini di Aleksander Orlov che si erano già mostrati efficienti ed efficaci in Russia. Questi ultimi ricevettero carta bianca dal punto di vista operativo dal Cremlino anche rispetto a Togliatti che dirigeva politicamente le attività del Comintern in Spagna, organizzando una caccia spietata ai dissidenti comunisti e anarchici che raggiunse il suo apice con l’assassinio di uno dei pionieri del comunismo spagnolo, Andreu Nin, nel 1937. La campagna per debellare il trockismo proseguì con l’uccisione a Parigi del figlio di Trockij, Leon Sedov, del segretario della Quarta Internazionale, il tedesco Rodolf Klement, ma soprattutto di Ignass Reiss (Porecki) un agente segreto sovietico a Parigi che disgustato dai metodi di Stalin aveva deciso di raggiungere il campo dell’antistalinismo militante. Il 5 giugno 1937 Juliette Stuart Poyntz, americana, agente delusa dell’Nkvd subì una sorte simile: uscita dalla sua camera alla Women’s Association Clubhouse di Manhattan non fu mai più vista. Si ebbero in seguito le prove che era stata attirata in un agguato mortale dal suo ex amante russo, Šačno Epstein, anch’egli agente dell’Nkvd. Il corpo della donna fu seppellito dietro un muro di mattoni in un caseggiato del Greenwich Village.
La diaspora delle spie
Un altro agente che aveva defezionato denunciando lo stalinismo Walter Krivickij ed era fuggito negli Usa fu raggiunto e assassinato a Washington dagli agenti della Nkvd nel 1941. Potrà sembrare un caso, ma non lo è, ma le spie sovietiche di questa generazione erano per lo più di origine ebraica e provenivano dalle “colonie” interne dell’Urss come la zona orientale della Polonia e quella occidentale dell’Ucraina. Si trattava per lo più di giovani mosse nella loro pericolosa attività dal più intrepido idealismo. Una di questi, il leggendario Leopold Trepper, creerà poi in Francia e in Belgio la celeberrima rete di informazione antinazista Orchestra rossa che con la sua sistematica raccolta di informazioni sui progetti militari del Terzo Reich, fornirà un decisivo sostegno allo sforzo bellico sovietico durante la guerra mondiale.
Agenti doppi e defezioni
Nel campo occidentale un ruolo particolare fu giocato poi dai “cinque di Cambridge”, una struttura spionistica sovietica in Gran Bretagna creata da Kim Philby un rampollo della aristocrazia britannica che a partire dal 1938 era stato reclutato allo spionaggio sovietico nella prestigiosa università dall’agente segreto del Kgb Alice (Litzi) Friedmann. Philby riuscì a mimetizzarsi a lungo nel ruolo di agente doppio e a defezionare in Urss nel 1963, diventando un’icona internazionale, al punto che nel 1990 in Urss gli venne persino dedicato un francobollo.
La rete più importante dell’intelligence russa del periodo tra le due guerre fu comunque quella organizzata per l’assassinio di Trockij in Messico nel 1940. Facendo conto su basi a Madrid, Parigi, New York, Istanbul e Città del Messico, la Nkvd riuscì a infiltrare alla testa del coordinamento della Quarta Internazionale europea l’agente e antropologo Mark Zborowski (alias Etienne) che aiuterà poi Ramon Mercader, l’autore materiale dell’omicidio, a entrare in contatto e far invaghire una delle segretaria di Trockij, Sylvia Ageloff, e infine penetrare nel piccolo fortino in cui viveva l’ex capo dell’Armata Rossa. Questa almeno è la ricostruzione ufficiale. Alcune delle ricerche nel secondo dopoguerra in realtà hanno messo in discussione questa versione considerandola semplicistica. In realtà Zborowski sarebbe stato un agente doppio, legato anche all’Fbi (visse negli Usa fino alla morte avvenuta nel 1990 senza tanti problemi) mentre Ageloff sarebbe stata anch’essa un’agente dell’Nkvd infiltrata nel movimento trockista già dal 1938. In questa operazione giocarono un ruolo fondamentale ben più dello stesso Mercader (e di sua madre Caridad anch’essa agente di Stalin) Naum Ėjtingon (detto Tom) e Pavel Sudoplatov, due agenti di copertura che non tradiranno mai il potere sovietico e moriranno tranquillamente nei loro letti di Mosca. Sodoplatov negli anni Novanta pubblicò anche le sue memorie che vennero tradotte in gran parte delle lingue del mondo, in cui sostenne – nell’imbarazzo generale – di aver trattato nel 1941 su ordine di Beria con la Germania – attraverso l’ambasciata bulgara – la cessione di significative quote di territorio sovietico in cambio dell’armistizio.
In un quindicennio che va dal 1930 alla fine della guerra, la macchina informativa e repressiva della Čeka-Gpu-Nkvd aveva quindi affinato i suoi strumenti e riportato importanti successi. Dopo il 1945 – da quando scenderà la cortina di ferro sull’Europa – l’Urss affinerà i suoi metodi di investigazione per la selezioni dei suoi quadri nel suo lavoro interno e all’estero diventando sotto l’acronimo di Kgb, uno delle organizzazioni di intelligence tra le più temute del mondo.
Ma di questo vi parleremo nella prossima puntata.
Letture consigliate:
Christopher Andrew, Vasili Mitrokhin, The Mitrokhin Archive: The KGB in Europe and the West (Penguin, 2018)
Andrei Soldatov, Irina Borogan, The Compatriots: The Brutal and Chaotic History of Russia’s Exiles, Emigrés, and Agents Abroad (PublicAffairs, 2019)
Pavel Sudoplatov, Spezoperazii. Lubjanka e Kreml’ 1930-1950 gody (Olma-Press, 1997)