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Il punto d’arrivo di OGzero, l’elaborazione dei punctum e degli studium che dà vita a un vero e proprio progetto editoriale con materiali inediti. Qui tutti i progetti in corso e quelli già pubblicati. Acquistateli, aiutandoci così a capire che quello che vi raccontiamo vi interessa!

ribalta

Gli spunti appena pubblicati, le ultime interviste, le analisi dell’ultima ora; le iniziative e le partecipazioni

Prima banconota Brics

comprende già nel retro i paesi candidati all’ingresso

Il multiallineamento come strategia per pensionare il “colonialismo unipolare”

Intenti egemonici senza miglioramenti per i cittadini vedono come unico sbocco l’economia di guerra

Dopo aver pubblicato il 25 agosto le considerazioni che seguono sul vertice di Johannesburg, abbiamo intervistato il 7 settembre  Bruno Christian Marazzi, che ha focalizzato sulle contraddizioni tra gli interessi del Capitale e quelli del Potere, approfondendo meglio gli aspetti che più  evidenziano la debolezza di quei modelli internamente in crisi (Cina come Usa) che esternalizzano i loro problemi, innescando così il confronto:

“Le contraddizioni tra gli interessi del capitale e quelli del potere”.

Fin qui Marazzi che è intervenuto prima del G21, mentre a ridosso del Brics del 24 agosto redazionalmente avevamo proposto queste ponderose considerazioni sulle rivalità tra summit e aggregazioni di più o meno potenti, che tentavano di fare il punto, sottolineando che si trattava di una lotta tutta interna al Neoliberismo, più o meno turbo, e che ci appassionava solo in quanto foriero di cambiamenti, ma senza alcun entusiasmo perché non si tratta della nostra rivoluzione.
Poi Claudio Canal ci ha inviato una sua lettura in chiave clownerie di questo susseguirsi di passerelle per il narcisismo di Grandi Bulli che credono di continuare così a governare il mondo e la sua economia globale attraverso risse e alleanze. Ce lo ha proposto, scrivendoci:

Pensare che accaniti neoliberisti possano scardinare il neoliberismo globale è commovente…

Break the Brics

Infatti non è un sovvertimento, piuttosto una rivendicazione dei principi che proprio il G7 ha sempre sbandierato: la libera concorrenza; i Brics purtroppo non sono bricconi anarchici, però propongono un’attenuazione della ferocia del Nord globale attraverso una concorrenza alla pari tra un Sud globalmente populista (a cui si ascrivono come potenze solidali), non mosso da umanitarismo, ma proponendosi come meno intrusivi – anzi! – sul piano dei diritti civili, però alternativi a un colonialismo conosciuto come rapace. Non è certo la rivoluzione che auspichiamo, però induce a un sorriso compiaciuto la sfida all’arroganza dell’Occidente, che supera le storiche divisioni per operare un cambio di governance… che non soddisferà le istanze dal basso e di diritti sociali, ma inscenerà l’ennesimo teatrino secolare di rivalità/avvicendamento di poteri “diversamente autocratici”.

Claudio Canal ha concluso la sua considerazione:

… neanch’io ho idee su come se ne esca. Qualche spizzico sul come resistergli, sì. Niente di più.