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Il punto d’arrivo di OGzero, l’elaborazione dei punctum e degli studium che dà vita a un vero e proprio progetto editoriale con materiali inediti. Qui tutti i progetti in corso e quelli già pubblicati. Acquistateli, aiutandoci così a capire che quello che vi raccontiamo vi interessa!

ribalta

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L’autorità dello Stato è pari alla porzione di libertà individuale che ognuno gli delega con la rinunzia, per vivere in pace, a esercitare i corrispondenti diritti collegati a tale libertà

il diritto internazionale funziona, finché l’accordo è unanime… cioè mai

Abu Ghraib è impunito, come Falluja… e la partenza dall’Iraq ha un senso, come si vedrà alla fine di queste considerazioni a fronte del ventilato mandato d’arresto per lo sterminatore Bibi Netanyahu, il suo gelido ministro della Guerra Yoav Gallant e l’esecutore dei massacri Herzi Halevi, capo di stato maggiore; pare che per par condicio anche alcuni leader di Hamas rischino la stessa imputazione per Crimini contro l’umanità, a dimostrazione della medesima natura dei due contendenti.
Sono 124 i paesi che hanno aderito al Tribunale internazionale, ma Usa, Russia e Israele non lo hanno ratificato… e difficilmente i paesi complici del genocidio in corso a Gaza arresteranno mai il presidente israeliano, certo: avendo aderito la fantomatica Palestina, i delitti contro l’umanità perpetrati in quel Territorio (ancor più se militarmente occupato da un esercito regolare) vengono perseguiti anche se Tel Aviv non ha ratificato nulla. Fabiana Triburgo ci ha specificato meglio i termini giuridici di questa incriminazione rispetto alla iniziativa del Sudafrica alla Corte di giustizia, che si distingue dai Crimini contro l’umanità per l’intenzione sussistente solo nel primo di «distruggere in tutto o in parte un gruppo etnico, razziale, religioso». Tuttavia come i crimini di guerra le condotte per costituire crimini contro l’umanità rilevanti penalmente devono essere compiute in modo sistemico da parte di una politica di governo o comunque tollerate dalla politica di un governo e non essere atti isolati.

““L’intenzione di distruggere un gruppo per ragioni etniche, razziali, religiose…””.

I crimini contro l’ umanità non sono disciplinati da alcuna Convenzione – come invece vale per il genocidio  (Convenzione del 1948) e i crimini di guerra (Convenzioni di Ginevra del 1949 e protocolli addizionali) – ma sono il frutto di una coscienza consuetudinaria a livello internazionale sviluppatasi nel tempo, rivolta in particolare anche alla tutela dei cittadini di quello stesso stato che compie crimini internazionali e non solo – come nel caso dei crimini di guerra – verso la popolazione civile nemica o i militari dell’esercito nemico.
A noi non interessa la persecuzione nemmeno di questi criminali esecrabili, sarebbe forse interessante si potesse contare sulla deterrenza, ma sia come impostazione originaria, sia come potenziale capacità di persuasione una comunità internazionale sotto scacco come in questo periodo di esibizioni muscolari, conflitti locali e confronto globale, prevede che l’Impero si arrocchi – anche per motivi di opinione pubblica locale in tempi di elezioni – e questo comporta la conseguente difesa di alleati potenti e centri di potere indispensabili. Ovvero, veto.
La conclusione di ogni azione di diritto internazionale finora ha visto la persecuzione del perdente… in questo millennio è chiaro che lo è solo la popolazione civile.

Si direbbe che questo tentativo di togliere dalla faccia sbeffeggiante di Bibi il suo sorriso di scherno sia fumo negli occhi, mentre proseguono accordi, scambi, traffici – anche di armi – persino tra nemici a parole. Come con la Turchia di Erdoğan, i cui crimini contro la comunità curda (e l’appoggio alle milizie di tagliagole Isis) non gli impediscono di proporsi come mediatore, ma soprattutto di intessere tele per proseguire lo sterminio di comunità e militanti curdi nei 5 paesi in cui vivono; ed è un interlocutore riconosciuto globalmente. L’Arabia saudita di Mbs, nonostante Khashoggi, è un altro interlocutore riconosciuto globalmente.
Tutti costoro e i loro regimi (e Stati, stavolta con la maiuscola dello stigma del Leviatano) si macchiano delle peggiori nefandezze in nome di dio, patria e famiglia – sia da una parte che dall’altra – e non ci consentono di aderire a schieramenti per l’uno o per l’altro: possiamo solo essere contro il criminale stato ebraico e contro il gruppo islamista Hamas, entrambi mossi dallo stesso nazionalismo religioso e in nome di quello muovono strategie e tattiche per ottenere appoggi coperture, divieti, soprusi internazionali del più forte… e armi. Infatti non si può che essere contro il criminale Zelensky che ha presentato una notifica al Consiglio d’Europa per sospendere parzialmente la Convenzione sui diritti umani e le libertà a causa della legge marziale (le autorità ucraine potranno alienare con la forza tutto, compresa la libertà dei singoli sudditi). Inutile elencare le nefandezze del regime del suo competitor russo, quelle sono la litania dei governi social-liberali che incarcerano chi sventola bandiere palestinesi, quegli stessi, nella Nato alleati con Erdoğan, che appoggia Putin e fa accordi con tutti gli altri autocrati, stipulando contratti con tutti, a cominciare dall’Iraq, per approfittare della debolezza iraniana e insinuarsi nella mezzaluna sciita.

Forse le corti internazionali funzionerebbero meglio se potessero portare alla sbarra gli Stati e avessero il potere di dissolverli “per volontà popolare”… o se si innescassero dal basso movimenti di massa capaci di individuare le catene di comando che consentono al potere di perpetrare crimini di guerra e le annientassero senza bisogno di giudici.