La nuova capitale: Brasilia
São Paulo nella prima metà del Ventesimo secolo era dunque in crescita, trasformandosi in un polo industriale e commericiale, mentre Rio de Janeiro (nella quale nel frattempo era stata inaugurata nel 1931 la statua del Cristo Redentore simbolo della città) stentava a decollare. Come abbiamo visto in precedenza, le opportunità di lavoro offerte dalla capitale e il sogno di una vita “urbana”, avevano svuotato le campagne segnando un esodo verso Rio de Janeiro che si consumò principalmente negli anni Quaranta e Cinquanta. Su questi migranti stava però per abbattersi una nuova grande “disgrazia” economica, manifestatasi sotto il nome di Brasilia. Progettata infatti come una metropoli futuristica nel mezzo della pianura dello stato del Goiás, Brasilia fu inaugurata il 21 aprile 1960 dall’allora presidente Juscelino Kubitschek, il cui governo si dedicò dal 1956 al progetto di spostare la capitale da Rio de Janeiro al sito in cui si trova ancora oggi. Il trasferimento della capitale del Brasile da Rio de Janeiro a Brasilia segnò un lento ma costante declino per la prima, poiché l’industria e le opportunità di lavoro iniziarono a prosciugarsi. Questo condannò alla povertà decine di famiglie di migranti che incapaci di trovare lavoro, e di conseguenza di pagare un alloggio dentro i confini della città, furono costretti ad andare a vivere nelle favelas.
Brasilia e la sua architettura non possono essere comprese senza conoscere Oscar Niemeyer (1907-2012), il geniale architetto che progettò la nuova capitale del Brasile. Niemeyer è stato anche il principale responsabile di molti edifici pubblici iconici di quella città, come il Congresso Nazionale del Brasile, la Cattedrale di Brasilia, il Palazzo di Planalto e il Palazzo di Alvorada. È stato anche uno dei principali responsabili del team che ha progettato il quartier generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite a New York e tornando a São Paulo, suo anche il Memoriale dell’America Latina soprattutto impossibile non citare l’edificio simbolo della città, anch’esso figlio del suo estro visionario: l’edificio Copan.
Oscar Niemeyer, che ha collaborato per anni con Le Corbusier, ha “giocato” con il cemento armato, esplorando le sue possibilità costruttive ed espressive, ricercando curve sensuali e lottando continuamente con la linea retta. Uno “scultore di edifici” che in questo senso ricorda un altro poliedrico artista latinoamericano: l’uruguaiano Carlos Páez Vilaró e la sua Casapueblo, ubicada en Punta Ballena, a 13 km da Punta del Este.