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Rimangono 8 secondi per non sbagliare

I famosi Javelin americani in dotazione degli ucraini stanno scarseggiando, i baraktyar tb2 turchi vengono usati da tutti i coinvolti anche in campi avversi, la logistica ha ricevuto anche un’impennata di richieste come dimostrano le tante notizie relative a compravendite di elicotteri (soprattutto da trasporto truppe, come quelli per il posizionamento dei militari che hanno incrementato gli ordini per mezzi d’assalto e di sbarco)

L’occasione ghiotta di una vera guerra, con morti e coinvolgimento di civili e distruzione reale di armamenti e scambi di tecnologie e know-how tra nazioni oltre a aumentare fortemente la richiesta di costruzione e vendita di armi, ha dato una spinta ai più avanzati laboratori scientifici: abbiamo documentato in maggio anche e soprattutto l’avanzamento della ricerca applicata in particolare ai velivoli ipersonici. Che vede contrapposti gli scienziati delle due superpotenze nella costruzione dei missili che superano il muro del suono 5 volte, ma ora spunta la notizia che – come sempre nella corsa agli armamenti –, ottenuto il risultato di spingere un propulsore al punto di portare un qualsiasi ordigno da una parte all’altra del mondo in meno di un’ora, si è ricercato da parte degli scienziati del Air Force Early Warning Academy l’antidoto nella possibilità di stimare la traiettoria di un missile ipersonico a planata mentre si dirige verso un bersaglio a una velocità superiore a cinque volte quella del suono, sviluppando una tecnologia di intelligenza artificiale in grado di avviare una risposta di contrasto con un anticipo di tre minuti. Rimangono 8 secondi per non sbagliare l’intercettazione.

Neutralismo: Giappone, Svezia, Finlandia… Svizzera! Abbandonano il proverbiale neutralismo, sancendo un coinvolgimento di parte che solo la volontà di nascondersi dietro l’ipocrisia di facciata aveva salvaguardato finora e che la guerra dichiarata ha frantumato: vero cambio epocale dal 24 febbraio. Puramente mediatico, perché lo sbandierato neutralismo era solo una facciata che salvaguardava l’immagine di un mondo congelato in uno specchio ormai in frantumi da tempo e i cui frammenti non sono più in grado di restituire una visione unica per quanto multilaterale. La consapevolezza di questa quinta scenica che si dissolve ha mostrato le strategie belliche che erano in atto consentendo ai protagonisti di cercare alleanze stipulate anche attraverso l’adozione di armi di produzione nazionale che possono agevolare scelte di campo nella grande campagna acquisti in atto sullo scacchiere internazionale. Si vedano in particolare gli arcipelaghi del Pacifico meridionale o le manovre intorno all’Artico e l’estensione dell’ombrello Nato agli Scandinavi e le industrie militari coinvolte dalla Casa Bianca il 14 aprile: una riunione che prelude a guerre di più vasta portata, se richiedono i servigi di costruttori di testate a medio e lungo raggio.
E ogni protagonista recita un ruolo, corrispondente alle caratteristiche e alle ambizioni di ognuno ma uguale per tutti rispetto al carattere che sostiene ciascuno dei potenti mossi al riarmo: la hybris.

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Avanzamento

Monica Quirico ci ha aiutato nella puntata di Transatlantica24 di maggio per fare il punto sul presunto neutralismo ormai sfumato nei bastioni scandinavi del non allineamento.

GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE Traffico 2022

Maggio

29 maggio

        • Mettendo in gioco notizie diverse provenienti da fonti diverse si possono ricostruire scambi e giri di soldi e traffici tra singoli stati che vedono nella guerra in Ucraina un’opportunità di rammodernamento delle risorse militari e finanziamenti. Questo è il caso della Polonia dell’accoglienza esclusiva per migranti bianchi, in cambio per esempio di 18 obici semoventi Krab, come rende noto l’agenzia di stampa “Iar”. Secondo le fonti governative polacche consultate dall’agenzia, Varsavia ha anche addestrato cento artiglieri ucraini al loro uso. Grazie all’assistenza polacca l’Ucraina dispone attualmente di almeno 24 obici semoventi occidentali. Altri sei Caesar sono stati infatti forniti dalla Francia; Germania e Paesi Bassi hanno inoltre annunciato l’invio di altri 12.
        • Sempre un’emittente polacca, “Polsat News”, il 24 maggio aveva dato notizia di una richiesta di Varsavia di altri 6 missili Patriot, confermata dal dipartimento della Difesa americana e ripresa da “AgenziaNova“:
          «Non parlerò dei dettagli, ma occorre che Kiev, possa resistere efficacemente all’invasione russa», così ha esordito il ministro della Difesa polacco, Mariusz Blaszczak, e subito dopo ha aggiunto – mettendo lui stesso in relazione la resistenza ucraina (e dunque le forniture di obici polacchi) – con le richieste di Varsavia: «è stata firmata una lettera di intenti ma questa rappresenta solo l’inizio di una trattativa nella quale “i termini di consegna devono essere ancora discussi”. Confiniamo con Kaliningrad, e quindi con la Russia, a nordest, mentre la Bielorussia è di fatto una parte della Russia. La garanzia della nostra sicurezza e ragion di Stato è che il confine sudoccidentale sia con l’Ucraina e non con la Russia”.

L‘AHS Krab (in polacco Crab) è un semovente cingolato da 155 mm compatibile con la NATO, progettato in Polonia dal Centrum Produkcji Wojskowej Huta Stalowa Wola, combinando il telaio sudcoreano K9 Thunder con una torretta britannica AS-90M Braveheart con cannone da 52 calibri e il sistema di controllo del fuoco d’artiglieria "Topaz" della WB Electronics.

25 maggio

        • “Procurement militaire”: interessante il pudore che traspare dall’uso dell’espressione inglese da parte di “Insidertrend” (ripresa dalla evidente velina del ministero della Difesa), anziché il tecnico “approvvigionamenti”, o meglio ancora l’esplicito “traffico d’armi”. Quest’ultimo caso riguarda l’ineffabile generale Luciano Portolano, comandante di Segredifesa, che ha incontrato Venance Salvatori Mabeyo, comandante in capo della Tanzanian People’s Defence Force (TPDF), ovviamente «nel quadro dei consolidati rapporti bilaterali di amicizia e cooperazione tra i due paesi»: infatti, come attesta “ReportDifesa”, una volta delineato il ruolo geopolitico svolto dal porto di Dar es Salaam: «discussione si è poi incentrata sull’interesse della nazione dell’Africa orientale per il velivolo M-345, in sostituzione dei velivoli K-8, gli aeromobili C-27J e gli elicotteri AW139 e AW109».
        • AW-139 in volo in una sua funzione antincendio

        • Si tratta di prodotti di Leonardo.spa, la controllata dello stato italiano che consentirà di aumentare le sporadiche relazioni tra le due nazioni: evidente per Antonio Mazzeo su “Africa Express” l’intenzione «di inserire il governo di Dar Es Salaam tra i partner-chiave con cui rafforzare la penetrazione del Sistema Italia nel continente africano».  Infatti un paio di mesi fa l’ambasciatore italiano a Dodoma, Marco Lombardi diceva: «Grazie alla sua strategica posizione geografica ed alla sua sostenuta crescita economica, la Tanzania sta continuando ad acquisire un ruolo di rilievo nella Regione». Ecco allora che potrebbero arrivare redditizie commesse per le maggiori holding nazionali, soprattutto quelle armiere a capitale statale come Leonardo e Fincantieri SpA, chiosa Mazzeo.

il Generale Portolano ha potuto confermare il ruolo di Segredifesa quale interfaccia di riferimento nell’ambito del “Sistema Difesa” a supporto delle numerose partnership nel settore difesa già in essere e quelle in divenire come nel caso della Tanzania.

25 maggio

        • Kongsberg Aviation Maintenance Services (KAMS) ha esteso il contratto in corso con l’Agenzia norvegese per i materiali della difesa (NDMA) per la revisione e la messa in vendita di un ulteriore lotto di velivoli F-16. “ADSNews” informa che il contratto di 200 milioni di corone norvegesi (circa 19 milioni di euro) comprende anche la revisione dei motori da effettuarsi presso le strutture del KAMS per garantire il mantenimento delle competenze in Norvegia.
          Questo contratto è conseguente a quello stipulato dall’Agenzia norvegese per i materiali di difesa con Draken International per la vendita di 12 ex F-16 norvegesi e sta completando la vendita di altri 32 velivoli alla Romania. In attesa dell’approvazione ufficiale delle autorità norvegesi e americane, si prevede che i primi velivoli saranno consegnati a Draken quest’anno e alla Romania nel 2023. Non è nemmeno casuale che questi accordi siano intercorsi in questo periodo in cui la Romania assume un ruolo particolare.
        • «I nostri aerei da combattimento sono tra i meglio mantenuti al mondo e la manutenzione continua e gli aggiornamenti forniti da KAMS sono stati fondamentali per questo lavoro. Sono quindi fiducioso che i nostri aerei serviranno bene Draken e la Romania per molti anni a venire. Inoltre, questo contratto contribuisce a mantenere l’esperienza industriale norvegese nella manutenzione dei velivoli da combattimento», afferma Magnus Hansvold, direttore dell’Agenzia norvegese per lo smaltimento dei materiali della Difesa.

«Questa estensione del contratto conferma la nostra posizione di fornitore chiave di servizi di manutenzione per le Forze Armate e i suoi alleati, per garantire importanti lavori aeronautici negli anni a venire. Illustra l’importanza della collaborazione strategica che abbiamo instaurato con le Forze Armate norvegesi per la manutenzione di aerei, motori e sistemi e componenti associati. Continueremo a crescere e a creare ancora più posti di lavoro nel settore aeronautico in futuro» (Atle Wøllo, Presidente di KAMS)

25 maggio

        • Le esercitazioni navali cinesi attorno a Taiwan effettuate il 24 maggio insieme alla Russia (coinvolti bombardieri strategici russi Tu-95Ms e cinesi Xian H-6K, scortati da caccia Su-30 Sm russi), effettuando un pattugliamento sul Mar del Giappone in concomitanza con il vertice Quad, sono il corollario del programma di riarmo della marina, in particolare anfibio. Secondo quanto pubblicato dal sito ufficiale delle forze armate cinesi, “China Military Online”, Pechino avrebbe messo in servizio una nuova unità da trasporto militare semisommergibile capace di lanciare dei mezzi da sbarco marittimo. Secondo il sito cinese, l’unità, identificata come Hull 834 (Yinmahu), stava trasportando un hovercraft anfibio Type 958, inserito nelle unità del Comando del teatro meridionale dell’Esercito popolare di liberazione, come la maggior parte delle moderne unità della flotta anfibia di Pechino.
          Yinmahu, di classe “Hansa Sonderberg modificata”, pesa 20.000 tonnellate, misura 175,5 metri per 32,4 e trasporta mezzi da sbarco Type 958, pensati per permettere operazioni da sbarco in aree prive di strutture portuali: le dimensioni sono 57 x 25,6 metri per un peso di 555 tonnellate. I mezzi sono stati acquistati da Pechino all’inizio dall’Ucraina (Project 1232.2 della classe russa Zubr), ma dal 2014, dopo l’annessione russa della Crimea dov’erano prodotti, il contratto è passato a Mosca. Questi natanti sono in grado di portare a pieno carico tre carri armati da battaglia o 500 soldati, più o meno un battaglione. La Cina è dotata di una mezza dozzina di questi super-mezzi da sbarco.

«L’esercitazione non era correlata alle attuali situazioni globale o regionale, l’obiettivo era quello di testare e migliorare il livello di cooperazione tra le forze aeree dei due paesi e promuovere la fiducia reciproca e la cooperazione concreta tra le due forze armate» (Ministero della Difesa cinese)

23 maggio

        • Circa 20 paesi, tra cui l’Italia, hanno annunciato nuovi pacchetti di armi e assistenza alla sicurezza in favore dell’Ucraina. Lo ha annunciato il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, parlando in conferenza stampa a margine della riunione virtuale del Gruppo di contatto con l’Ucraina, tenutasi virtualmente oggi a quasi tre mesi dall’inizio della guerra in Ucraina. Oltre all’Italia, tra i paesi che hanno annunciato ulteriori aiuti ci sono Danimarca, Grecia, Norvegia e Polonia, ha detto Austin, precisando che la Danimarca fornirà un lanciatore di arpioni e missili per difendere la costa ucraina.
        • “DefenseNews” precisa meglio i contorni dell’operazione, proprio a cominciare dagli arpioni (RGM-84L-4 Harpoon Block IIs), che non solo sono in grado di colpire vascelli in navigazione, ma anche in porto con un aggiornamento fornito dalla Boeing Advanced Harpoon Weapon Control System. Questo ulteriore palese coinvolgimento delle nazioni scandinave, oltre a dimostrare l’intensità e l’importanza del Mar Nero, dove questi arpioni sono essenziali, perché l’Ucraina, un importante produttore di grano, non ha potuto utilizzare Odessa come punto di transito per 90 giorni a causa della flotta russa.
        • «Questo blocco ha tagliato l’accesso dell’Ucraina al Mar Nero, bloccando le esportazioni di grano ucraine, soffocando la principale industria di esportazione del Paese e portando i prezzi globali dei prodotti alimentari a livelli record», ha scritto Tayfun Ozberk per Naval News.«Se l’Ucraina fosse in grado di stabilire una negazione dell’area di accesso in quest’area con missili antinave terrestri e di condurre ingaggi di successo contro le forze navali russe che entrano nella zona A2/AD, il blocco russo probabilmente finirebbe e i corridoi di trasporto verrebbero aperti».

        • Ma gli Usa non intendono intervenire direttamente. Così Mark Milley, capo di stato maggiore americano ha dichiarato: «Per quanto riguarda le nostre azioni, al momento non abbiamo mezzi navali nel Mar Nero e non intendiamo spostarceli. Ora c’è una situazione di stallo tra gli ucraini che vogliono assicurarsi che non ci sia uno sbarco anfibio intorno a Odessa e un impedimento della navigazione commerciale».
          Tuttavia oltre a questo si vuole evidentemente allargare il conflitto a latitudini baltiche (più palesemente domestiche per il Cremlino): infatti è la provenienza di questi Harpoon danesi a lasciar immaginare che la provocazione stia nel portare il conflitto nel Nord, quello che era feudo glaciale russo e invece a cominciare dal mar Baltico ormai è diventato un lago Otan e in prospettiva con la liberazione dai ghiacci delle rotte artiche si sta trasformando in zona militare presidiata, da zona della collaborazione internazionale di pace che era.
        • La quantità di armi riversate dall’occidente in Ucraina e contenute in quell’articolo di “DefenseNews”non riesce a stare in questa scheda, ma invitiamo a consultare l’articolo per la dovizia di informazioni fornite e che vengono condensate nella prossima scheda.

«A seconda del luogo in cui le forze ucraine basano la batteria costiera, i missili potrebbero estendere il raggio d’azione della Marina ucraina per colpire le navi della Marina russa nel Mar Nero» (Chris Carlson, analista navale open source e capitano della Marina in pensione)

23 maggio

        • Riprendiamo dunque l’articolo di “DefenseNews” con l’elenco stilato dal segretario alla Difesa Lloyd Austin dei trasferimenti di armi all’esercito per procura ucraino: Italia, Grecia, Norvegia e Polonia starebbero donando sistemi di artiglieria e munizioni, ma summa cum laude è la Repubblica Ceca per il trasferimento di elicotteri d’attacco, carri armati e sistemi missilistici a Kyiv.
          La scorsa settimana il ministro ucraino della Difesa Reznikov ha dichiarato che l’Ucraina ha bisogno di carri armati e veicoli corazzati, nonché di sistemi missilistici a lancio multiplo, artiglieria pesante, aerei e missili. La lista della spesa continua con proiettili a lunga gittata, blindature e capacità aeree senza pilota. A Ramstein, il mese scorso, Australia e Canada si sono impegnati a fornire obici M777, che sono stati poi consegnati alle forze ucraine. Il Regno Unito ha consegnato missili Brimstone e un sistema di difesa aerea a corto raggio.
        • Nei giorni scorsi Biden ha firmato un pacchetto di aiuti all’Ucraina da 40 miliardi di dollari e ha inviato gli ultimi 100 milioni di dollari di obici e altre armi del precedente pacchetto da 13,6 miliardi di dollari approvato dal Congresso a marzo. Si tratta della decima tranche di aiuti statunitensi. Il pacchetto è l’equivalente dell’artiglieria di un battaglione americano – 18 obici da 155 mm, 18 veicoli tattici per trainarli e 18 tubi d’artiglieria – insieme a tre radar di contro artiglieria AN/TPQ-36, ha dichiarato il segretario stampa del Pentagono John Kirby.

«Dissuadere la Cina dall‘attaccare Taiwan è uno dei motivi per cui è importante che il presidente russo Vladimir Putin paghi un caro prezzo per la sua barbarie in Ucraina, per evitare che la Cina e altre nazioni si facciano l’idea che un’azione del genere sia accettabile» (Joe Biden, 23 maggio 2022, Tokyo)

20 maggio

        • Il protagonismo di Erdoğan dal 24 febbraio si è orientato verso il tentativo di ottenere il massimo di visibilità, di riconoscimenti e alzare le richieste, come quelle imposte ai paesi scandinavi; intanto ha dato prova di essere il leader più in grado di ottemperare alle richieste occidentali – come la chiusura del Bosforo come da Trattato di Montreux – ma anche senza dispiacere troppo al compare di tanti accordi di Astana, presentandosi come il più titolato a fungere da mediatore tra i belligeranti (intanto si annette altro Rojava nel silenzio di chi scambia L’adesione di Svezia e Finlandia con il territorio curdo in Siria), con uno dei quali spartisce l’area con accordi bilaterali ventennali, come pubblica “Le Point” il 3 giugno.
        • Ma soprattutto vende droni a tutti: ucraini e non… il “Centro Studi Internazionali” rileva che diversi Stati dell’Asia centrale, stanno aumentando sempre di più le proprie richieste di acquisizione per droni turchi di ultima generazione. L’anno scorso, il Kirghizistan ha firmato un accordo per l’acquisto di droni armati, diventando il primo paese dell’Asia centrale ad acquistare il sistema militare turco. In base all’accordo, il governo di Biškek ha ordinato droni Bayraktar Tb2 prodotti dall’azienda del genero del presidente turco.
          Inoltre, la Turchia e il Kazakhstan hanno concordato di avviare una coproduzione di droni turchi: il modello è il drone Anka, che sarà prodotto congiuntamente da esperti turchi e kazaki in un impianto di prossima apertura in Kazakhstan, secondo quanto dichiarato l’11 maggio dalla Turkish Aerospace Industries (Tai), produttrice dell’Anka e ripreso da “Daily Sabah”. L’azienda turca ha firmato un memorandum d’intesa con la società statale Kazakhstan Engineering per il trasferimento di tecnologia, comprese le operazioni di manutenzione e di riparazione. L’accordo farà del Kazakistan la prima base produttiva di droni Anka al di fuori della Turchia. Lo scorso novembre, il governo di Nur-Sultan ha acquistato tre unità di droni a media altitudine e lunga resistenza (Male) in seguito a un accordo stipulato a ottobre. Il drone in questione può condurre una serie di missioni, tra cui operazioni di sorveglianza, ricognizione, trasmissione di comunicazioni, acquisizione di obiettivi e tracciamento.

«Grazie a questo accordo, contribuiremo a rafforzare i nostri legami commerciali e di amicizia con l’amichevole e fraterno paese del Kazakistan» (Temel Kotil, direttore generale di Tai)

18 maggio

        • Esistono altre forme di fornitura per paesi magari sotto embargo. Per esempio l’Iran rifornisce la famigerata Guardia Rivoluzionaria ristrutturando vascelli adibiti ad altri compiti. Secondo l’analista della difesa Aurora Intel, l’IRGC (Guardia Rivoluzionaria Islamica), che ha una propria marina parallela a quella regolare, sta commissionando una nuova nave. L’I.R.I.S. Shahid Mahdavi (110-3) è nata come grande nave container. Ora sta subendo un refit che le conferirà un ruolo logistico bellico. Questa nave portacontainer battente bandiera iraniana era in precedenza la Dandle. È stata costruita nel 2000 e misura 240,2 metri fuori tutto e 32,2 metri di larghezza. In base all’analisi delle immagini, sembra che si trovasse fuori dalla base navale di Bandar Abbas, nell’ancoraggio civile, dalla metà del 2019. Si trovava nel suo posto definitivo dal marzo 2021. In base all’analisi delle immagini satellitari, la nave è stata portata in cantiere alla fine di gennaio 2022. I lavori sono probabilmente iniziati poco dopo.
        • La conversione prevede l’aggiunta di cannoni antiaerei con equipaggio. Si noti la bandiera dell’IRGC sulla sovrastruttura durante i lavori.

          Il blogger H.I.Sutton ha studiato a fondo le ristrutturazioni di navi iraniane viene effettuato nello stesso cantiere in cui era stata convertita la nave da base avanzata della Marina militare iraniana, l’I.R.I.N.S. Makran (441), che in origine era una nave cisterna. L’IRGC ha già tre navi da base avanzata. La I.R.I.S. Shahid-Roudaki è la più piccola, con una lunghezza di 150 metri. Le altre due sono più nascoste, la Saviz e la Behshad, e sono utilizzate come navi base nel Mar Rosso. La Behshad ha sostituito la Saviz dopo che quest’ultima è stata minata nel 2021.
          Wikiwand esibisce un elenco delle navi a disposizione della Guardia Rivoluzionaria.

16 maggio

        • La propaganda delle industrie belliche nazionali trova in India una delle manifestazioni più smaccate e che si tratti di una velina dei servizi militari indiani è dimostrato dal fatto che il medesimo testo si trova anche su “The IgMp”, dove la fonte viene dichiarata: Indo-Asian News Service (IANS). A ridosso delle elezioni vinte a Manila da Ferdinand “Bongbong” Marcos, il giorno stesso dei risultati elettorali l’“Indian Defence Research Wing” annuncia (con lo stesso testo di “India’s growing Military power”) un accordo che le Filippine avevano preso e che l’India spera venga mantenuto dal “nuovo” presidente; il memorandum era stato firmato all’indomani di un contratto da 368 milioni di dollari per i missili antinave supersonici Brahmos (come specifica “Aerotime Hub”). L’accordo tra India e Filippine è stato firmato nel gennaio 2022. Dopo l’acquisto dei missili antinave Brahmos – che l’estensore dell’articolo dichiara essere «l’arma che la Cina teme maggiormente, essendo considerato il più letale al mondo» – il governo delle Filippine sembrerebbe interessato a potenziare la propria flotta di aerei militari con l’aiuto della Hindustan Aeronautics Ltd, che aveva firmato ad aprile un Memorandum of Understanding (MoU) con la Philippine Aerospace Development Corporation (PADC) – pacta servanda sunt anche in sanscrito – che potrebbe portare all’esportazione dei velivoli leggeri: da combattimento (LCA), elicotteri da combattimento (LCH), elicotteri avanzati (ALH) e utilitari (LUH) indiani.

          Come viene spiegato da Sabrina Moles in questo podcast, la situazione si fa complessa nel Mar cinese meridionale e anche le alleanze sono in bilico, tanto che Xi è stato il primo a congratularsi con il figlio di Marcos, nonostante la Cina si opponga al riconoscimento della sentenza arbitrale che concede alle Filippine la sovranità sul Mar delle Filippine occidentali (considerandolo Zee filippina), lo stesso tratto di oceano che Pechino chiama Mar cinese meridionale.

    “A volte tornano. Marcos 2 l’amnesia”.

          • L’organo di propaganda indiano giunge a minacciare di rappresaglia interna alle Filippine un’eventuale rinuncia di Marcos; e suggerisce al neoeletto di onorare gli impegni di riarmo. Non è strano questo accanimento, perché se si proseguirà in questa direzione, si tratterà del primo ordine di esportazione del Tejas. Numerosi paesi hanno preso in considerazione l’acquisto del Tejas, in particolare la Malesia – riferisce “Aerotime Hub” – che avrebbe ricevuto l’offerta di HAL nella gara d’appalto in corso per i caccia leggeri. Ma attualmente l’aeronautica indiana rimane l’unico operatore del Tejas.
            In campagna elettorale Marcos aveva dichiarato l’intento di risolvere la diatriba con il dialogo, ma l’organo indiano gli ricorda che non è intervenuto a favore della Cina, anche se non ha aderito al Quad (di cui invece l’India è parte, proprio in funzione anticinese), che ha inviato navi da guerra per stabilire i diritti di passaggio in quella lingua di mare contesa.
            La maestria “diplomatica” dei piazzisti di armi è ancora più evidente nel sottolineare la valutazione delle antiquate armi fornite alle Filippine dalla Corea del Sud (gli FA-50PH) o gli obsoleti elicotteri turchi, con il velenoso confronto con il Pakistan che ha acquisito armamenti cinesi per contrapporsi all’esercito indiano, che si proporrebbe come terzo affidabile fornitore rispetto a Nato e Rpc.

La chiosa non lascia adito a dubbi: «Date le dimensioni del Paese, le Filippine non hanno bisogno di caccia pesanti o addirittura medi. L‘Aeronautica militare filippina è alla ricerca di aerei da combattimento leggeri. È stato accertato che gli aerei da combattimento leggeri (LCA) sviluppati da HAL e introdotti dall’IAF sono i migliori della loro categoria al mondo». Dei veri piazzisti.

14 maggio

      • Boeing CH-47 Chinook sono elicotteri da guerra per trasporto truppe che sono transitati dal porto di Genova tentando di mantenere l’incognito. Si trovavano sulla Bahri Houf, nave saudita e la destinazione di questi aerei costruiti dalla Boeing negli Usa era proprio l’Arabia saudita.
      • «La banchina è un’area off-limits, e il guardiano dell’agenzia marittima Delta, la società che detiene il contratto con Bahri, alza la sbarra solo per chi ha il permesso di entrare. Bahri è una società controllata dal governo saudita. Fondata nel 1978 come National Shipping Company of Saudi Arabia, è il più grande proprietario e operatore di grandi petroliere al mondo. Sebbene la sua attività principale sia il trasporto di petrolio, dal 2014 gestisce il monopolio della logistica militare di Riyadh. Delle sue 90 navi, sei sono utilizzate per il trasporto di armi. Fanno sempre la stessa rotta, dagli Stati Uniti all’Arabia Saudita, passando per l’Italia e, più raramente, per la Spagna. Un viaggio che richiede due mesi per arrivare e due mesi per tornare. Ciascuna delle navi porta il nome di una città saudita: Abha, Hofuf, Jazan, Jeddah, Tabuk e Yanbu.
        Le esportazioni di armi non sono illegali. Ma i trattati internazionali vietano i trasferimenti internazionali di armi che potrebbero essere utilizzate per commettere crimini di guerra, come gli attacchi diretti alla popolazione civile. L’Arabia Saudita è profondamente coinvolta nella guerra nel vicino Yemen. Questo conflitto rimane una delle più grandi crisi umanitarie del mondo. L’economia è stata distrutta e le infrastrutture civili distrutte. Alla fine dello scorso anno, le Nazioni Unite hanno previsto che entro la fine dell’anno sarebbero state uccise 377.000 persone, direttamente e indirettamente a causa della guerra. Otto yemeniti su dieci hanno bisogno di aiuti d’emergenza e la carestia è imminente, secondo Oxfam»(“Investigate Europe“).

      • «È facile capire quando arriverà la prossima nave Bahri. Basta guardare la fila di camionette della polizia davanti alla banchina, che sono lì per evitare proteste e occhi indiscreti», dice un camallo. Si tratterebbe di proteste contro il carico della nave: carri armati, veicoli blindati, elicotteri Apache ed esplosivi
      • “Contropiano” nel darne notizia aggiunge che dopo segnalazioni e richieste di accesso agli atti, gli attivisti di Calp (@CalpGe  · Porto), Usb e The Weapon Watch si sono rivolti alla magistratura con un esposto

    • L’elicottero Boeing CH-47 Chinook è un elicottero per il trasporto pesante con due motori e rotori in tandem, creato dall’azienda americana di rotorcraft Vertol e prodotto da Boeing Vertol.
      Può viaggiare a 315 km/h trasportando anche 55 militari 
«"Abbiamo visto passare di tutto, mitragliatrici, container pieni di esplosivo, carri armati, oggi abbiamo notato questi elicotteri da trasporto truppe» (Jose Nivoi, responsabile Usb per il porto di Genova)

11 maggio

    • “South China Morning Post” ha dato notizia dei test su un motore per velivoli ipersonici con propulsione esplosiva di un motore a soffio d’aria, azionato dall’esplosione di un combustibile idrocarburico a basso costo: ha raggiunto un funzionamento stabile.
      Utilizzando un carburante economico a base di idrocarburi, i ricercatori del China Aerodynamics Research and Development Center di Mianyang (nel Sichuan) affermano che il motore che produce migliaia di esplosioni controllate al secondo ha raggiunto un funzionamento stabile durante una simulazione di volo a bassa quota, sostenendo che il loro motore a detonazione rotante potrebbe alimentare un aereo o un missile a una velocità cinque volte superiore a quella del suono o più veloce, consentendo il trasporto di persone o mezzi da una parte all’altra del globo in un’ora.
«Dopo la prima missione di test di volo a scopo di verifica lanciata con successo nel 2015, il CARDC (China Aerodynamics Research and Development Center) ha condotto diversi test di volo del BLT ipersonico. I test di volo hanno misurato dati di transizione validi in condizioni di volo, hanno ottenuto il fronte di transizione e la sua variazione dinamica su coni smussati a vari angoli di attacco e su un corpo di sollevamento HyTRV (Hypersonic Transition Research Vehicle). Sono state misurate per la prima volta le onde trasversali in volo ad alta quota e la comprensione della BLT ipersonica è stata notevolmente migliorata» ( Acta Mechanica Sinica, ricercatori del Cardc)

11 maggio

    • Airbus Helicopters è in trattativa con l’Iraq per la vendita di 12 elicotteri H225M anche se il ministero dell’Economia di Parigi è scettico. Lo scrive in anteprima il quotidiano “La Tribune”. Secondo quanto riferisce la testata economica, il bilancio del ministero della Difesa di Baghdad non è in grado di ottemperare a un simile esborso. Nel primo trimestre del 2022 Airbus Helicopters ha registrato 56 commesse contro le 40 dei primi tre mesi dell’anno precedente: alla fine del 2021 erano stati venduti 12 Caracal agli Emirati.

    • H225M può essere equipaggiato con il sistema di armamento HForce. Quattro diversi pacchetti offrono ai combattenti una scelta di armamenti per espandere la capacità del velivolo da quella delle armi balistiche all’uso di munizioni guidate con sparo attraverso il sistema elettro-ottico (EOS) o l’helmet mounted sight display (HMSD)
«Come membro più avanzato della famiglia dei Super Puma/Cougar militari di Airbus, l‘H225M da 11 tonnellate ha dimostrato la sua affidabilità e durata in condizioni di combattimento e in aree di crisi che includono Libano, Afghanistan, Ciad, Costa d’Avorio, Repubblica Centrafricana, Somalia e Mali, oltre a supportare le operazioni guidate dalla NATO in Libia. L’H225M è utilizzato come moltiplicatore di forze da Francia, Brasile, Messico, Malesia, Indonesia, Kuwait, Singapore e Thailandia» (sito Airbus)

10 maggio

    • Si trova su “Le Point” la conferma che l’esercito francese ha dato luogo all’acquisto di 3000 droni annunciato dal generale Hervé Gomart il 7 febbraio 2022 durante una conferenza stampa all’Association des journalistes de défense (come riportava la testata specializzata Enderi). Il costo dell’equipaggiamento di 6 unità antidroni è previsto intorno ai 33 milioni di euro per microdroni del peso inferiore a 800 grammi e minidroni da 25 chili; i droni tattici del tipo Patroller arriveranno entro la fine dell’anno.
      Si tratta di velivoli di piccolo taglio già largamente utilizzati dall’Armée de Terre e lungamente testati in Sahel nel quadro della operazione Barkhane. Il modello SMDR per i minidroni e dl NX70 per i microdroni; altri modelli, come i droni quasi-consumabili, dovrebbero anche ingrossare le fila di questi dispositivi progettati per fornire ai fanti una visione globale del campo di battaglia in pochi minuti.
«L‘equipaggiamento dei sistemi micro-UAV collettivi risponde a una necessità operativa delle tre forze armate, sia per le forze convenzionali che per quelle speciali. Può rilevare obiettivi a misura d’uomo con alta precisione fino a due chilometri di distanza» (Ministero della Difesa francese)

7 maggio

    • Il nome adottato è inquietante: Gladius evoca un’epoca eversiva del sistema golpista massonico-istituzionale che a livello internazionale ordiva piani di attacco all’impianto liberal-democratico dell’Occidente dal suo interno (Kossiga ne era un fervido sostenitore) che avevano tutto sommato gli stessi intenti della attuale strategia bellica sovranista – in fondo sempre di fascismo si tratta. Nel caso della notizia annunciata da “AresDifesa” si tratta di un sistema di ricerca e attacco a pilotaggio remoto CUAS Gladius che verrà fornito all’esercito polacco (non a caso in prima linea al confine ucraino, dove verranno dislocati questi droni); il ministro della Difesa nazionale Mariusz Błaszczak ha approvato il contratto con WB Electronics (produttrice del Gladius) e Agenzia degli Armamenti italiana. Un accordo che prevede la consegna entro l’anno all’artiglieria polacca di 4 moduli per sistemi di ricerca e attacco costituiti da droni FT-5 dotati di teste optoelettroniche che consentono la registrazione dell’immagine, sia alla luce del giorno che in termografia – i bersagli così individuati sono attaccati dalle loitering munitions di cui l’Esercito Polacco si sta dotando.
«Partiamo dal presupposto che non ci saranno aggressioni, perché le Forze Armate polacche saranno abbondanti e dotate di armi moderne, che dissuaderanno l’aggressore» (Mariusz Błaszczak, ministro della Difesa polacco)

6 maggio

    • “Analisi Difesa” annuncia che Leonardo è stata scelta per gestire e monitorare la cybersicurezza dei sistemi informatici di Eu-Lisa, l’agenzia europea responsabile della gestione operativa dei sistemi IT su larga scala negli ambiti della sicurezza e della giustizia. L’agenzia, in particolare, gestisce la sicurezza interna e alle frontiere dell’area Schengen, oltre che i flussi migratori all’interno dell’Ue, comprese le politiche di asilo europee.
      Il contratto prevede la fornitura dei servizi di cybersecurity integrati per proteggere tutte le diverse sedi di Eu-Lisa, dal quartier generale di Tallin al centro operativo di Strasburgo, dal sito per la business continuity di Sankt Johann im Pongau (Austria) all’ufficio di collegamento con le altre istituzioni europee di Bruxelles.
    • Sarà il Global security operation center di Leonardo a Chieti a tenere sotto costante controllo le vulnerabilità e le minacce per anticipare gli attacchi, identificare il responsabile e rispondere agli incidenti in modo efficace, cercando di mitigarne gli impatti. I ricavi del Cyber and security academy di Genova ammontano a 3 miliardi annui.
cyber
«Siamo molto orgogliosi di questo successo, con cui Leonardo si conferma partner industriale di riferimento per la sicurezza degli asset strategici europei» (Tommaso Profeta, managing director della divisione Cyber & security solutions)

4 maggio

    • Spizzando “Nova News” (agenzia giornalistica sempre molto ben informata in materia di “sicurezza”) si può scoprire come il ministro della Difesa giapponese Kishi ha menzionato piani di maggior coinvolgimento del Giappone rispetto alle priorità di sicurezza degli Stati Uniti, spianando la strada per una cooperazione più stretta nel campo della sicurezza informatica e di altri comparti emergenti della sicurezza nazionale. In primis droni da guerra inquadrati nelle dinamiche operative delle Forze di autodifesa, a cui l’esercito di Tokyo dovrebbe essere limitato. Infatti il Giappone ha adottato il drone di sorveglianza RQ-4B Global Hawk, ma si è tenuto lontano dai droni da combattimento; nel bilancio dell’anno fiscale 2022 ha stanziato solo 30 milioni di yen (231.000 dollari) per la ricerca su questi dispositivi. Ma in questo periodo di stravolgimenti epocali – e la contingenza sta restituendo al Giappone un nuovo ruolo nell’Indopacifico – anche il Giappone sancisce uno stato di potenziale belligerante non ufficiale e i droni sono un’opzione relativamente comoda ed economica rispetto ai jet da combattimento e ai carri armati, potendo venire utilizzati in aree troppo rischiose per i tradizionali velivoli pilotati.

      Il Giappone sta accelerando il processo di superamento del pacifismo sancito dall’art.9 della sua Costituzione postbellica. Tale processo, perseguito con convinzione dall’ex primo ministro Abe Shinzo, ha avuto un impulso dal peggioramento del quadro di sicurezza regionale e globale, e con le crescenti tensioni che oppongono il Giappone a Cina, Corea del Nord e Russia. Il governo del premier Kishida è attualmente impegnato a studiare una riforma della Strategia di sicurezza nazionale, che includerà anche la controversa proposta di dotare il Paese di sistemi d’arma per la proiezione offensiva della forza, come i missili da crociera, e potrebbe prevedere persino il raddoppio del bilancio della difesa al 2 per cento del Pil, sul modello dei paesi membri della Nato, partecipando agli ultimi due summit della Nato.
    • il Giappone ha siglato infatti un accordo col Regno Unito per lo sviluppo congiunto di motori a reazione per aerei da combattimento di nuova generazione: Tokyo è entrata così indirettamente nel novero dei paesi che partecipano allo sviluppo del caccia Tempest, un programma aerospaziale all’avanguardia che vede protagonista anche l’Italia.
RQ-4B
«Stiamo effettuando voli di piccoli droni da combattimento e stiamo esaminando i movimenti di un potenziale attacco» (Kishi Nobuo, ministro della Difesa giapponese)
GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE Traffico 2022

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