Il rimosso della miniera. La nuova febbre dell’oro nell’Europa in guerra

Non esistono miniere sostenibili

In seguito alle grandi decisioni prese riguardo alla transizione ecologica globale si è risvegliata una vera e proprio corsa alle risorse strategiche, a cominciare dall’attività estrattiva richiesta a tutti i paesi della comunità europea. Non a caso tutto questo accade in un contesto di escalation bellica e di economia di guerra.

Nell’autunno del 2021, grazie a un articolo uscito su un blog di escursionismo e cultura di montagna, diverse persone, in valle o in città, hanno potuto apprendere della concessione di un permesso di ricerca mineraria nella zona di Punta Corna, nella piemontese valle di Viù. L’azienda titolare del permesso, Strategic Minerals spa interamente controllata dall’austrialiana Altamin Ltd, poteva quindi iniziare a effettuare sondaggi in alta montagna alla ricerca di cobalto, argento e metalli associati.

Questa notizia ha portato gli autori di questo scritto e altre persone a interrogarsi, confrontarsi e attivarsi su una questione che sembrava ormai relegata – erroneamente, come si è presto appreso – nell’angolo dei rimossi storici, vale a dire la questione mineraria. Se infatti è vero che in alcune regioni italiane la memoria storica non ha mai potuto essere cancellata per ovvie, visibili e ancora dolorose ragioni (si pensi alla Sardegna o alla Toscana, il cui passato minerario ha impresso nel presente i segni indelebili di disastri ambientali e umani, che ancora persistono sotto forma di sfruttamento e pericolo nelle realtà ancora produttive, quali per esempio le cave di marmo di Carrara), in generale si tende a considerare quello dell’estrazione mineraria un capitolo ormai chiuso nella nostra fetta di mondo.

La ragione non è infondata: in Italia le miniere hanno chiuso in modo pressoché generalizzato tra gli anni Settanta e Ottanta, cedendo il passo all’accelerazione dettata da un boom economico incentrato sull’importazione delle materie prime, sulla fabbrica e sul terziario.

Decorsi simili hanno, in realtà, interessato la maggioranza dei paesi europei, la cui crescita economica si basa generalmente sui cosiddetti settori secondario e terziario, e sull’esternalizzazione dell’approvvigionamento delle materie prime necessarie a sostenerli. Di conseguenza, è da qualche generazione che l’eventualità di una riapertura delle miniere in Italia, o in Europa, suona remota e improbabile ai più, mentre è sicuramente più diffusa la consapevolezza che siano le grandi miniere operative in Sud America, in Africa o in Asia a soddisfare il crescente fabbisogno globale di pietre, minerali e metalli.

Il Collettivo Escombrera Questo testo è stato scritto da due individui, ma non sarebbe stato possibile senza un insieme di incontri, interviste, assemblee, discussioni e autoformazioni. Così come questo testo non ha avuto origine con la prima parola scritta, tantomeno si conclude con il punto finale. È per queste ragioni che pensiamo che il vero autore sia un collettivo che possa continuare a raccogliere le voci e le proposte di chi si oppone ai nuovi progetti minerari, qui e altrove.

Uscito nel settembre 2024 il volume è di 194 pagine, illustrato da immagini e mappe, è disponibile sia on line sulle piattaforme di vendita, sia in tutte le librerie italiane che possono approvvigionarsi presso i grossisti (Fastbook e Centro Libri) e presso Totem.

Isbn cartaceo 979-12-80780-29-4       > 20 euro

Isbn epub: 979-12-80780-31-7             > 7 euro

“Radio No Tav”
3 ottobre 2024

Il Collettivo Escombrera incontra Radio NoTav in occasione della uscita del libro Il rimosso della miniera, anche perché ci sono affinità elettive riconducendo a livello locale i processi che in entrambi i casi impongono strategie speculative globali di devastazione ambientale con risvolti bellicisti.

Ascolta “Periodiche economie di guerra e di miniera” su Spreaker.

Le città visibili – Bobo-Dioulasso

Bobo-Dioulasso

Bobo-Dioulasso, una città africana di media grandezza, si manifesta attraverso la sua oralità e l’arte dei griots, non solo agli occhi di chi la osserva ma anche nella memoria di chi ascolta le sue storie. Non si può raccontare senza passare attraverso i suoi canti e le sue danze. È un luogo dove la parola modella l’argilla nelle zone rurali durante i lunghi sei mesi della stagione secca, da novembre a maggio, e dove la musica dà vita agli spazi urbani durante i matrimoni e le celebrazioni di quartiere. Il ritmo quotidiano è scandito dal suono delle donne che preparano il to’, la polenta, dall’intensa attività dei mercati mattutini e infine dalle storie narrate nei maquis serali. Questo libro si propone di narrare le storie ascoltate dall’autrice e i significativi cambiamenti che hanno interessato sia le aree rurali che urbane di Bobo in un determinato arco temporale, a partire da un periodo di stabilità politica che è durato 27 anni, dal 1987 al 2014. Durante questi anni, il Burkina Faso è stato governato da un uomo controverso, temuto e ammirato, che ha compiaciuto alcuni ma dimenticato altri, portando Bobo-Dioulasso a distaccarsi dalle politiche centrali.

Tuttavia, il delicato equilibrio cominciò a incrinarsi nel 2002 con la guerra civile in Costa d’Avorio e divenne ancora più instabile con la scoperta di grandi risorse auree nel Burkina Faso nel 2006, trasformando il Sahel in un Eldorado poi dimenticato.

Chiara Rigotti è architetto e consulente internazionale, da più di 20 anni svolge un lavoro di progettazione e ricerca nell’architettura ecologica e sociale. Nel 2002, il suo percorso l’ha portata in Burkina Faso con Arquitectos sin Fronteras – Barcelona, dove si è dedicata alla costruzione di infrastrutture e alla formazione
di maestranze locali tessendo un dialogo costruttivo tra la pratica architettonica e le sapienti tecniche tradizionali, imparando e insegnando al contempo. Ha realizzato diversi progetti in Burkina Faso e in molti altri paesi africani tenendo sempre uno sguardo attento sulla natura del luogo e le sue potenzialità. Il suo studio di bioarchitettura nasce nel 2014, e dopo qualche anno ottiene il Terra Sahel Award 2019. Scrive e coordina progetti di cooperazione locale e internazionale, ha co-fondato Architettura senza Frontiere – Piemonte e ha deciso di trasmettere attraverso l’insegnamento quello che ha imparato nei suoi viaggi.

Uscito nell’aprile 2024 il settimo volume della collana “Le città visibili”, dedicato a Bobo-Dioulasso è di 176 pagine, illustrato da immagini e mappe, disponibile sia on line sulle piattaforme di vendita, sia in tutte le librerie italiane che possono approvvigionarsi presso i grossisti (Fastbook e Centro Libri) e presso Totem.

Isbn cartaceo 979-12-80780-27-0       > 17 euro

Isbn epub: 979-12-80780-28-7             > 7 euro

“Focus on Africa”
8 settembre 2024

Burkina Faso, alla scoperta di Bobo Dioulasso: architettura e cultura ricche di significato

di Marina Schiavo

Il libro di Chiara Rigotti rappresenta un invito a riflettere sulla bellezza della connessione tra l’uomo e il suo ambiente.

Con il libro “Bobo-Dioulasso”, Chiara Rigotti  ci guida in un viaggio affascinante e profondo nel cuore pulsante di una città dove architettura e cultura si intrecciano in un tessuto vibrante e ricco di significato. Attraverso le sue pagine, l’autrice ci offre una visione intensa e dettagliata di un mondo in cui la terra e la calce non sono semplici materiali da costruzione, ma veri e propri protagonisti della narrazione.
Sin dalle prime righe, Rigotti ci introduce all’architettura della moschea, costruita con strati di calce e terra dei termitai vuoti, una scelta che simboleggia la resilienza e l’adattamento della comunità ai cicli della natura. Questa terra, infatti, è la più resistente che si possa trovare e rappresenta il legame profondo tra gli abitanti e l’ambiente che li circonda. Le guglie, interamente a misura d’uomo ma imponenti, somigliano ai tunnel di ventilazione dei termitai, evocando l’idea di un organismo vivo e in continua evoluzione.
Rigotti descrive con maestria il minareto degli uomini, una guglia svettante che cattura lo sguardo e invita alla riflessione sulla spiritualità e la comunità maschile, mentre il minareto delle donne, sebbene più basso, rivela una presenza altrettanto vibrante e significativa. Questo dualismo è emblematico di una città in cui tradizioni e ruoli sono ben definiti, ma in continua trasformazione.
L’interno della moschea, angusto e labirintico, è una isola di intimità e riflessione. La sua struttura essenziale riesce a isolare dal caldo torrido e dalla polvere dell’harmattan, creando un microcosmo in cui il tempo si dilata e l’anima trova spazio per contemplare. I pali di legno, perpendicolari alla facciata, non solo servono a rifare l’intonaco annualmente, ma simboleggiano anche la cura e la responsabilità collettiva della comunità nei confronti del proprio patrimonio culturale.
Rigotti non si limita a descrivere l’architettura: intreccia la narrazione con leggende locali come quella di Dolotier Sya, la fabbrica della birra di miglio, che rappresenta un elemento di orgoglio e socialità per gli abitanti. Questa birra, simbolo di convivialità, incarna il profondo senso di comunità. L’autrice riesce a rendere tangibile la sacralità del territorio, la cui terra è considerata inviolabile, una sorta di grembo che ospita la storia e la memoria di una lunga discendenza.
La coesistenza della moschea musulmana e del centro animista di Dioulasso Ba, separati da un viale trafficato, testimonia tensioni e armonie tra culture e religioni diverse. Le celebrazioni dei Bobo, con le loro maschere ritenute potenti amuleti di purificazione, portano in superficie l’essenza di una comunità che non dimentica le proprie radici. Rigotti mette a fuoco la capacità degli abitanti di attualizzare tradizioni e riti, trasformando gli spazi pubblici in luoghi di espressione culturale.
In “Bobo-Dioulasso”, Chiara Rigotti riesce a conferire voce a una città vibrante, facendola respirare tra le pagine. Il suo stile evocativo e ricco di dettagli invita il lettore a perdersi nei meandri di una cultura profonda, capace di fondere l’architettura alla spiritualità, fino a trasformare ogni pietra in un racconto di vita. Questo libro rappresenta un invito a riflettere sulla bellezza della connessione tra l’uomo e il suo ambiente, offrendo spunti di grande riflessione su come le comunità possono plasmare il loro destino e la loro identità.

“PappeceBlog.it”
12 luglio 2024

A Bobo-Dioulaso con Chiara Rigotti

di Maurizio Nappa

Uno dei viaggi più intensi della mia vita, del quale non vi ho ancora raccontato nel blog, fu senza dubbio quello in Burkina Faso, la terra degli uomini integri. Era il dicembre 2013 e uno dei luoghi che più mi affascinò fu Bobo – Dioulasso, seconda città del Paese, immersa nella savana. Fu proprio a Bobo che appresi, mentre stavo visitando una scuola materna gestita dall’Unicef, della morte di Nelson Mandela.
Non potevo perciò lasciarmi sfuggire la lettura del nuovo libro pubblicato da Orizzonti Geopolitici, nella collana “Le città visibili”, intitolato appunto Bobo – Dioulasso. Lo ha scritto Chiara Rigotti, architetto e consulente internazionale, che da più di 20 anni svolge un lavoro di progettazione e ricerca nell’architettura ecologica e sociale. Nel 2002, il suo percorso l’ha portata in Burkina Faso con Arquitectos sin Fronteras – Barcelona, dove si è dedicata alla costruzione di infrastrutture e alla formazione di maestranze locali tessendo un dialogo costruttivo tra la pratica architettonica e le sapienti tecniche tradizionali, imparando e insegnando al contempo. Ha realizzato diversi progetti in Burkina Faso e in molti altri paesi africani tenendo sempre uno sguardo attento sulla natura del luogo e le sue potenzialità.
L’editore presenta il libro con le seguenti parole: Bobo-Dioulasso, una città africana di media grandezza, si manifesta attraverso la sua oralità e l’arte dei griots, non solo agli occhi di chi la osserva ma anche nella memoria di chi ascolta le sue storie. Non si può raccontare senza passare attraverso i suoi canti e le sue danze. È un luogo dove la parola modella l’argilla nelle zone rurali durante i lunghi sei mesi della stagione secca, da novembre a maggio, e dove la musica dà vita agli spazi urbani durante i matrimoni e le celebrazioni di quartiere. Il ritmo quotidiano è scandito dal suono delle donne che preparano il to’, la polenta, dall’intensa attività dei mercati mattutini e infine dalle storie narrate nei maquis serali. In questo libro mi propongo di narrare le storie che ho ascoltato e i significativi cambiamenti che hanno interessato sia le aree rurali che urbane di Bobo in un determinato arco temporale, a partire da un periodo di stabilità politica che è durato 27 anni, dal 1987 al 2014. Durante questi anni, il Burkina Faso è stato governato da un uomo controverso, temuto e ammirato, che ha compiaciuto alcuni ma dimenticato altri, portando Bobo-Dioulasso a distaccarsi dalle politiche centrali. Tuttavia, il delicato equilibrio cominciò a incrinarsi nel 2002 con la guerra civile in Costa d’Avorio e divenne ancora più instabile con la scoperta di grandi risorse auree nel Burkina Faso nel 2006, trasformando il Sahel in un Eldorado poi dimenticato.
Il libro è suddiviso in capitoli che decrivono i vari spazi, o meglio i diversi tipi di spazio, che io, ignorante in materia, non avevo mai colto. Si visita Bobo – Dioulasso passando dallo spazio fisico allo spazio della cooperazione, dallo spazio musulmano, lo spazio dell’invisibile, allo spazio della transumanza, dallo spazio delle miniere d’oro allo spazio spontaneo. Non mancano confronti con la capitale, Ouagadogou. Viene poi raccontato lo spazio storico, lo spazio animista, lo spazio del cinema, lo spazio ideale, lo spazio dell’architettura contemporanea, fino ad arrivare alle conclusioni finali, chiedendosi se è possibile una svolta animista in architettura.
Pur con un linguaggio tecnico, il libro è scritto in maniera scorrevole, tanto da permettere anche agli ignoranti in materia come me di comprendere tutto. E’ stato per me come visitare Bobo – Dioulasso una seconda volta, ma con occhi nuovi; ho così compreso, per la prima volta, la differenza tra I diversi spazi. Leggere questo libro è stato, per me, passare da un viaggio reale a un viaggio virtuale. Chi leggerà questo libro senza essere ancora stato a Bobo comincerà con un viaggio virtuale, e avrà ancora più voglia di intraprendere quello reale

Le città visibili – Brazzaville

Brazzaville

L’Africa Centrale non ha conosciuto lo sviluppo dell’urbe come l’Africa Occidentale dei grandi regni e degli imperi del Ghana, del Mali o del Songhay. I primi e veri abitanti delle fitte foreste pluviali dell’enorme bacino del fiume Congo sono stati i pigmei, scacciati e segregati dalle popolazioni di lingua Bantu che qui vennero a insediarsi, forse mille anni prima della nascita di Cristo. Questa è una storia antica ma altrettanto attuale: Brazzaville è sorta meno di un secolo e mezzo fa ed è un polo di attrazione per genti che insistono su un bacino geografico enorme. Con Brazzaville abbiamo dunque la possibilità di osservare – quasi in laboratorio – come avviene la nascita di una città in Africa: ab Urbe condita, sin dalla fondazione della città, che nel nome porta il suo colonizzatore… ma nemmeno così autoritario; nel fiume e nelle merci che trasporta trova la sua ragione di essere, tuttavia poi la città ha nei rapporti interni tra quartieri e rapporti con la natura inurbata il suo fondamento, e la traccia rimane nei mercati in cui riconoscere la propria appartenenza (fino ad arrivare alla guerra civile combattuta tra i quartieri alla fine del millennio); Brazzaville ospita la casa africana di De Gaulle ed è centrale per organizzare la resistenza antinazista, però dopo la Seconda guerra mondiale non trova spazi adeguati per rivendicare una centralità geopolitica globale.
Centrale era anche il ruolo della città nella tratta degli schiavi; e le ferrovie verso l’Oceano anche per quello servivano. E la gentrificazione e l’apartheid ante litteram sono l’espressione in chiave architettonica di questa vocazione a servire il potere, comprendendolo senza avere la forza di contrapporsi, anzi in qualche modo assecondandolo come quelle figure di flaneur dell’Africa centrale chiamati “sapeur”.
E poi le foreste urbane di “Brazza la Verte”. Lorenzo Orioli si appassiona quando descrive il tripudio di natura vegetale, i colori e le diversità delle piante che costituiscono la ricchezza del “caleidoscopio vegetale” della capitale della Repubblica del Congo.

L’autore Lorenzo Orioli, orgogliosamente fiorentino, si è dedicato alla cooperazione internazionale e alla salvaguardia dell’ambiente sin dagli anni Novanta. Per più di dieci anni si è spostato tra Africa e Caraibi, specializzandosi nel frattempo in Studi antropologici e geografici. Ha insegnato ecologia degli ambienti tropicali presso l’American University of Caribbean e all’Università di Firenze. Attualmente è funzionario tecnico professionale agronomo presso l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo dove si occupa dei temi legati alle tre Convenzioni di Rio (cambiamenti climatici, biodiversità e desertificazione). Nel 2022 ha fatto parte della delegazione italiana alla Cop 15 sulla Lotta alla desertificazione (Unccd) ad Abidjan. È autore di articoli scientifici e divulgativi in ambito socio-ambientale e agro-forestale. Con Angelo Ferrari ha scritto Le nebbie del Congo (Emi, 2011).

Uscito nell’aprile 2024 il sesto volume della collana “Le città visibili”, dedicato a Brazzaville è di 136 pagine con una immagine di copertina realizzata da Angelo Ferrari (e composta da Chiara Alessio), illustrato da immagini e mappe realizzate da Luigi Giroldo; il prezzo in copertina è di 17 euro, disponibile sia on line sulle piattaforme di vendita, sia in tutte le librerie italiane che possono approvvigionarsi presso i grossisti (Fastbook e Centro Libri) e presso Totem.

Isbn cartaceo 979-12-80780-27-0       > 17 euro

Isbn epub: 979-12-80780-28-7             > 6,5 euro

Da “Africa Rivista”, n. 2 – marzo-aprile 2024

Le città visibili – Bangkok

Contenuti

Bangkok

Nonostante la città affacciata sul Chao Praya si riveli sempre di più un laboratorio della complessità, un incubatore di quel “pensiero debole” che ha preso atto della dissoluzione delle certezze e dei valori assoluti, da molti è rappresentata con un certo torbido compiacimento, come un santuario di vizi, un “cuore di tenebra” trasformato in Bladerunneresque. La verticalità è una delle linee guida cui s’ispira questa “Bangkok”, che rappresenta una metropoli postmoderna in cui le differenze si sviluppano in altezza anziché orizzontalmente, come il lento procedere del fiume si estenderebbe tramite i canali le cui rive sono animate da slum e grattacieli.
la città rizomatica, nell’ottica delle trasformazioni, un percorso di modifica in atto ormai da lungo tempo. E sembra che Bangkok si adatti plasticamente a tutti i cambiamenti e a tutte le fluttuazioni della contemporaneità. Dal Covid, alla guerra in Ucraina, dal rinascere degli autoritarismi asiatici, al fenomeno della tribalizzazione. Come epifenomeni Bangkok è un catalogo delle sindromi che connotano il Sudest asiatico: il governo militare, gli intrighi di palazzo, la corruzione, le divisioni in caste-classi, l’economia di frontiera. Più il grande specifico della Thailandia, la casa reale e il tabù che la circonda. Un classico esempio di totem&tabù.

Uscito nel novembre 2023 il quinto volume della collana “Le città visibili”, il primo che affronta la frenetica trasformazione che connota le megalopoli del Sudest asiatico è di 152 pagine (pesa 208 grammi), con una immagine di copertina studiata e realizzata da Andrea Pistolesi (e composta da Chiara Alessio), illustrato da immagini dell’autore e mappe – interattive nella versione digitale – realizzate da Luigi Giroldo; il prezzo in copertina è di 15 euro, disponibile sia on line sulle piattaforme di vendita, sia in tutte le librerie italiane che possono approvvigionarsi presso i grossisti (Fastbook e Centro Libri) e presso Totem.

Isbn cartaceo 979-12-80780-24-9       > 15 euro

Isbn epub: 979-12-80780-25-6             > 6 euro

Nello studium dedicato troverete “assaggi” e letture!

Sulla scia del successo di Bangkok Max ha avviato una dinamica rubrica di Dialoghi della Muay Thai, intrecciata con “el Gaviero”, dove si possono rilevare nuovi spunti di confronto tra il mondo del Sudest asiatico e l’Occidente

 

Massimo Morello è nato ad Ancona in un anno del bufalo, laureato in storia e filosofia, giornalista. Dopo diverse esperienze professionali, per oltre vent’anni ha girato il mondo da free lance, dedicandosi soprattutto a reportage geografici e d’esplorazione: dall’Amazzonia al Borneo, dalla Nuova Guinea ai deserti australiani. In seguito si è focalizzato sulla geopolitica e la cultura asiatica che studia e pratica in diverse forme, con passione e confusione. Da molti anni vive a Bangkok, in un grattacielo da cui vede il fiume e da dove continua a muoversi per tutta la regione. Quando non è in Asia lo trovate a Marsiglia, in una casa di fronte al mare.
Ha collaborato e collabora con i maggiori giornali italiani. È autore di guide, libri di viaggio, racconti, saggi. Per la collana Orizzonti Geopolitici (Rosenberg&Sellier) ha pubblicato Burma Blue, dove viene in superficie la profonda conoscenza del Myanmar, aggiornato in ultima bozza a cavallo del golpe che il 1° febbraio 2021 ha oscurato l’orizzonte della Birmania.

Come ogni progetto di Massimo Morello, anche questo gioiello di speculazione filosofica, osservazione sociologica, analisi geopolitica, sguardo sulle strade e fenomeni che le popolano si fa testo raccolto in un volume che proviene da lunghi mesi di elaborazione e sintesi dell’enorme produzione di idee e pensieri, di considerazioni e valutazioni, annotazioni e percorsi che si trovano raccolti nel consueto Studium che dedichiamo a ogni singolo prezioso oggetto che diamo alle stampe.

“D” de “la Repubblica”
9 dicembre 2023

“Best of the week” Bangkok, di Tiziana Lo Porto

Mappa (sentimentale) di una città asiatica che Massimo Morello conosce bene. E che è in continuo movimento

La Russia e il separatismo della Transnistria nella Repubblica Moldova

Contenuti

La Russia e il separatismo della Transnistria nella Repubblica Moldova

Implicazioni geopolitiche militari ed energetiche

Questo libro colma un vuoto nell’editoria italiana, fornendo un quadro di riferimento geopolitico ed economico per analizzare il separatismo della Transnistria, la guerra del gas e la conseguente minaccia alla stabilità della Moldova, in relazione al conflitto esploso in Europa.Il crescente interesse mediatico per la situazione venutasi a creare a Chişinău e a Tiraspol (capitale de facto della repubblica separatista della Transnistria), dopo alcune esplosioni avvenute nell’enclave separatista della Transnistria tra la fine di aprile e gli inizi di maggio del 2022 e il coinvolgimento della Moldova nella guerra in Ucraina, hanno spinto Octavian Țâcu e Carlo Policano ad approfondire alcune tematiche di carattere storico, economico, militare ed energetico.

Carlo Policano ha partecipato alla trasmissione Bastioni di Orione di Radio Blackout nel giorno in cui il 1° giugno 2023 si è tenuto il summit in repubblica di Moldova: 47 capi di stato riuniti sulle rive del Nistru, a pochi chilometri da Ucraina e Transnistria, per dare un segnale alla Russia, ma anche per sottolineare la possibilità per la Moldova di entrare nella Comunità europea, anche senza la Transnistria:
“Più a est che si può…”.

L’indice del volume, curato da Octavian Țâcu e Carlo Policano; con prefazione di Massimiliano De Pasquale e traduzione di Svetlana Motpan

Prefazione
di Massimiliano Di Pasquale

Introduzione
Corsi e ricorsi storici

Capitolo 1
Romania, Russia e le premesse storiche del separatismo transnistriano

Capitolo 2
La Guerra del Nistru (1992) e la secessione della transnistria dal territorio moldavo

Capitolo 3
Il sistema energetico della Repubblica moldova: gli interessi russi e il sostegno al separatismo transnistriano

Conclusione
Repubblica moldova e questione transnistriana, tra stereotipi e miti

Bibliografia
Fonti di riferimento 163
Altre fonti consultate 164

Il volume è di 168 pagine, illustrato, costa 15 euro e si trova on line sulle piattaforme di vendita e nelle librerie che possono approvvigionarsi presso i grossisti (Fastbook e Centrolibri) e presso Totem.

Isbn cartaceo 9791280780225      > 15 euro

Isbn epub: 9791280780232     > 5,50 euro

Non so come andrà a finire

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L’ultimo sole di Papà Angelo

Domenica 24 settembre Angelo ha raccontato per l’ultima volta la sua passione per l’Africa, quasi un griot. Lo ha fatto all’aperto nel primo sole autunnale del parco di Villa Lascaris a Pianezza in un pomeriggio pacato, in cui comunque la serenità non stonava le sue storie ivoriane, congolesi, angolane… l’evocazione del loro matrimonio tradizionale, intrecciando lo sguardo con Gabriela presente nel parco e nella diretta che riproponiamo per ricordare la schiettezza della persona e l’equilibrio del giornalista. Sapeva che la malattia non gli avrebbe dato tregua, ma si aggrappava alla sua missione di narratore esperto del Continente vero, come sottolinea la testata di “AfricaRivista”, il periodico con cui collaborava assiduamente.

Non so come andrà a finire

«La vita continua, e con essa la tenacia del cronista. Ed è per questo che ho voluto ricordare questi viaggi. Non ho raccontato una storia potente, ma solo una storia che si è intrecciata con altre storie. Forse mi illudo, ma non voglio demordere. Non so come andrà a finire. Ma io ci sono e continuerò a raccontare l’Africa finché avrò la forza di prendere un aereo e partire, di tenere in mano il taccuino e la macchina fotografica».
Quanto è narrato da Angelo Ferrari si snoda attraverso i vari capitoli del libro, intrecciando episodi della sua vita in Italia – gli affetti, la malattia, la lingua dei suoi “pezzi” – e dei suoi viaggi africani da giornalista e da appassionato conoscitore del Continente. Ma racconta bene, incalzato da Marco Trovato in questo colloquio, lo spirito che ha riversato nel libro:

Federico Monica ha sintetizzato da par suo il valore di questo libro, non solo per un lettore amico e appassionato di Africa
Non so come andrà a finire. Un libro che ho letteralmente divorato e che come uno scrigno contiene infinite storie, emozioni, sorprese.
Angelo Ferrari, amico e grande africanista, ci accompagna nella sua convivenza quotidiana con una grave malattia; un racconto intimo e personale che si intreccia a doppio filo con tante altre vite.
Ed è così che il racconto da autobiografico si fa corale: l’affresco di un’Africa fatta di piccole storie, gesti semplici, sofferenze e drammi, grandi sogni e rivoluzioni dal basso.
Jordi, Nice, Mariam, sembra quasi di averli conosciuti e di sentire la loro mancanza.
Leggetelo, anche se non scoprirete come andrà a finire. O forse sì…
Grazie Angelo per questo bellissimo regalo.

Il volume di Angelo Ferrari è di 296 pagine, costa 22 euro e si trova on line sulle piattaforme di vendita e nelle librerie che possono approvvigionarsi presso i grossisti (Fastbook e Centrolibri) e presso Totem.

Isbn cartaceo 979-1280780201      > 22 euro

Isbn epub: 979-12-80780-21-8       > 5,50 euro

“Rivista Africa”
17 settembre 2023

“Vivere il momento” la lezione africana raccolta e raccontata da Angelo Ferrari, di Claudia Volonterio

«Non so come andrà a finire. Ma io ci sono e continuerò a raccontare l’Africa finché avrò la forza di prendere un aereo e partire, di tenere in mano il taccuino e la macchina fotografica».

Ho avuto il piacere di entrare a piccoli passi nel racconto intimo e personale di Angelo Ferrari, giornalista ed editorialista della rivista Africa, un collega e un amico da cui ho avuto l’opportunità di imparare molto. Angelo non ha mai nascosto e ha sempre raccontato con estrema lucidità e sincerità la malattia, il cancro, che da ormai dieci anni tenta di tenerlo lontano dalla sua Africa, senza mai riuscirci. Le pagine di Non so come andrà a finire, (OGzero, 2023) sono una restituzione, sia per chi lotta contro la malattia, sia per chi ha amato, anche solo per un breve lasso di tempo, questo continente ricco di storie che l’autore ha saputo raccontare nella loro a volte cruda realtà, pregne di una dignità che non viene mai meno.

Il racconto di Angelo Ferrari si intreccia, esattamente come è stata la sua vita negli ultimi decenni, con l’Africa, con le innumerevoli afriche che ha incontrato nel suo cammino. Come lui stesso ricorda nel libro, non esiste una sola Africa e di questo ne era convinto anche Raffaele Masto, giornalista e colonna della rivista Africa. Questa è l’eredità di Raffaele che Angelo ha raccolto: non offrendo mai al lettore un unico punto di vista, lasciandoci spesso con più domande che risposte, alimentando una curiosità verso i personaggi che prendono vita nelle pagine della sua storia. Jordy, Mariam, Grace, Aisha, Olivier….questi sono solo alcuni dei nomi di bambini, bambine, ragazze e ragazzi le cui storie spalancano una finestra sulle miserie e sulle bellezze del continente.

Leggendo queste pagine si ha l’impressione di percorre un viaggio con Angelo in Congo, in Angola, in Costa d’Avorio, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Ruanda…

Non si può che restare ammirati della tenacia con cui Angelo affronta la sua malattia, anche i momenti più difficili, come la chemioterapia. Ogni giorno l’ho visto lavorare, nonostante tutto, con un’energia e una passione che mi porterò sempre dentro. Potremmo definirla, come la chiama lui, “la tenacia del cronista” o, come una grandissima spinta interiore data dal suo amore per l’Africa e per sua moglie Gabriela, ritratta nel libro con una dolcezza che stringe il cuore.

La passione per l’Africa è il motore, la vita, il filo rosso che congiunge i vari punti di questa storia.

Angelo a un certo punto racconta di quando ha tentato un giorno di acquistare l’intero banchetto di arachidi da un ambulante, in uno dei tanti mercati visitati, e di come il venditore si fosse rifiutato, nonostante avrebbe potuto guadagnare in un attimo il compenso di un’intera giornata. Scioccante, per noi, la risposta del commerciante davanti alla sua offerta: “Se ti vendo tutte le arachidi, cosa faccio per il resto della giornata?”

Comprendere il profondo significato insito in queste semplici parole è un passaggio importante del libro, che restituisce pienezza e profondità al qui e ora, a uno stare e nel presente, vivendolo a pieno, che l’Africa insegna e sembra essere anche il motore dell’autore. Credo che la sua forza possa risiedere nell’aver adottato in qualche modo la concezione del tempo in Africa, così diversa dalla nostra occidentale. Un presente lento e avvolgente. Oltre al qui e ora non si sa cosa accadrà, per ora c’è un solo orizzonte: tornare in Africa.

“La Voce e il Tempo”
10 settembre 2023

Ferrari, storie d’Africa nel cuore, di Marco Fracon

“Rivista Africa
3 settembre 2023

Il libro della settimana: Non so come andrà a finire

«Angelo Ferrari è una firma nota ai lettori di Africa. È un giornalista che ha dedicato la sua vita professionale al continente, attraversandolo in lungo e in largo, risiedendoci come corrispondente, tornandoci a ogni possibile occasione. Anche dopo essere stato colpito da una grave malattia, Angelo ha mantenuto la relazione con l’Africa e i suoi abitanti. Non sa cosa riservi il futuro a lui e a questa terra tanto amata, se ci sarà un lieto fine, ma il suo impegno di narrazione, testimonianza e documentazione non è mai venuto meno ed equivale a una dichiarazione di intenti: stare nel qui ed ora e continuare a scrivere. Ce lo conferma il florilegio prezioso di esperienze africane, racchiuso in questo volume dal titolo disarmante, che ci ricorda come la forza dell’uomo consista in gran parte nella capacità di sostenere l’incertezza e di non abbandonare mai la lotta per un futuro migliore, accettando anche la possibilità di perdere la sfida. Come accaduto a Jordy, il bambino di strada congolese protagonista della prima storia del libro».

“Book Postino
30 agosto 2023

PICCOLA RECENSIONE

«Angelo Ferrari è uno dei giornalisti italiani che più e meglio si è occupato (e ancora si occupa) di Africa. Ne scrive con passione e dolcezza lasciando sempre lo sguardo pronto a farsi sorprendere dalla realtà. Il continente africano è un mondo complesso al quale in pochi sono in grado di accostarsi. Angelo è tra questi. Nel suo “Non so come andrà a finire”, appena uscito per la torinese OGzero, fa un ulteriore passo in avanti. C’è tanta biografia, c’è soprattutto la voglia di raccontare l’ansia per una malattia con la quale Angelo combatte da anni e di metterla in relazione con quell’Africa che è la sua linfa vitale. Sono 291 pagine che scorrono via lievi sebbene non manchino le sferzate, le gioie indicibili, le sofferenze, le vittorie, le storie più crudeli, le decisioni più difficili. Angelo Ferrari questa volta non ha scritto solo un libro sull’Africa, ci ha fatto un grande regalo» (Sante Altizio).  

“Storie d’Africa che non dovrebbero finire mai
13 agosto 2023

«Uno dei più grandi conoscitori e narratori italiani dell’Africa e delle sue pieghe meno indagate e visibili, uno dei pochi che in tanti anni sono riusciti ad essere contemporaneamente lucidi analisti geopolitici e toccanti autori di reportage giornalistici, ci apre uno scrigno di dolorose intimità unite a storie così umane da immergersi nel continente che non si può dire di amare senza averlo indagato a cuore aperto»: così Freddie del Curatolo, un’altra figura unica di appartenente al continente, sintetizza lo spirito del libro, che poi tra una birra africana in primo piano e le mangrovie sullo sfondo si diffonde in questo video che evoca le tante Afriche anche letterarie, raggruppate in un’unica grande umanità tangibile.  

“L’Africa oltre le emergenze
7 luglio 2023

Ugo Barbara e Giampaolo Roidi hanno prodotto un podcast per l’Agi che registra un dialogo con Angelo Ferrari sul suo approccio allo spirito africano e il conseguente sguardo che proviene dalla comprensione dei tentativi di affrancarsi dalle influenze di potenze straniere:

Ascolta “Il colonialismo debellato dalle mangrovie” su Spreaker.

“Buona la prima
29 giugno 2023

La trasmissione di Radioinblu condotta da Federica Margaritora si è aperta ad accogliere la voce di Angelo Ferrari che con semplicità e spessore del vissuto illustra come in una serie di quadri – in cui è contenuto lui stesso – le esperienze viste e vissute in Africa durante le sue infinite permanenze documentate nell’intreccio del suoi libro dove mette in gioco la sua umanità e quella delle persone incontrate.

“Africa Day”: esce Non so come andrà a finire di Angelo Ferrari
Agenzia Italia, 25 maggio 2023

«Tutto il Sahel è pervaso da una ondata jihadista senza precedenti, con le cancellerie internazionali preoccupate per la possibile saldatura con le organizzazioni criminali internazionali. Cancellerie che, tuttavia, non sono state in grado di risolvere il problema perché hanno privilegiato l’intervento securitario – necessario – alla cooperazione allo sviluppo. Il terrorismo nel Sahel, così come in Somalia, si alimenta della povertà dilagante, dell’incapacità degli stati di far fronte ai bisogni della popolazione. Verrebbe da dire che l’arma più efficace per combattere i terroristi sarebbe mettere in campo riforme economiche e un welfare state degno di questo nome, così da togliere da sotto i piedi dei terroristi il loro terreno privilegiato, cioè la povertà. Ma sono molte altre le sfide che attendono il continente, soprattutto economiche». A parlare e a scrivere è Angelo Ferrari, 63 anni, giornalista, scrittore, autore di Non so come andrà a finire (293 pagine, Ogzero editore, 22 euro), uscito in questi giorni. Un libro che arriva nella seconda parte di una carriera spesa per lo più in viaggio, per raccontare, da inviato e da studioso, il continente africano. Ferrari mette insieme gli appunti di una vita, centinaia, migliaia di appunti raccolti in tanti anni con in mano il taccuino del Giorno prima e dell’Agenzia Italia dopo. Settantacinque, anche brevissimi, capitoli che raccontano la storia di una meravigliosa terra, che dà al mondo intero, materie prime, ricchezze, uomini e donne a buon mercato, e ne ha indietro ancora troppo spesso sfruttamento, spesso morte, nella stragrande maggioranza delle volte, indifferenza. Un continente stremato e ancora poco conosciuto, che pure non si arrende. Dice Angelo Ferrari: «Anche in questo giorno, in cui si celebra l’Africa Day, il continente si è mobilitato. Oggi si ricorda la fondazione dell’Organizzazione dell’Unità africana (Oua), che avvenne il 25 maggio del 1963, sessant’anni fa. In alcuni paesi prende il sopravvento la retorica condita di anticolonialismo. In altri, invece, si guarda al futuro e alle sfide, che retoriche non sono, che attendono un continente provato dalla pandemia di Covid, dall’inflazione dei prezzi dei generi energetici e, soprattutto, alimentari dovuto alla situazione economica globale aggravata dalla guerra in Ucraina».
Non so come andrà a finire è un libro che racconta una vita in salita, quella di un cronista mai domo e alla ricerca costante della verità, come in salita resta il destino di una terra assetata di riscatto e di possibilità. Un tributo alla storia sfortunata ma piena di speranza di popoli e persone

2023: Orizzonti di guerra

Contenuti

2023: Orizzonti di guerra

Questa raccolta di saggi, incentrata sulla produzione delle armi e il loro passaggio di mano in varie situazioni mondiali, prende spunto dal dossier su www.ogzero.org La guerra viene con le armi, nel quale abbiamo monitorato costantemente lungo tutto il 2022 alcuni degli innumerevoli traffici di cui la stampa specializzata dà notizia, quelli che potevano apportare un tassello in più al completamento dei mosaici globalizzanti delle varie aree geopolitiche più investite da tensioni e fenomeni bellici. Ossia: “dove vanno le armi, lì si prepara la guerra”.

Da queste analisi invece proviene una spinta ad aprire gli occhi sull’abisso, ad acquisire consapevolezza di ciò che avviene quotidianamente nel mondo che ci viene raccontato dai media, o che ci viene volutamente nascosto affinché non se ne parli, mentre una militarizzazione sempre più diffusa e una folle corsa al riarmo sostengono un commercio in rapida ascesa che crea comparti economici veri e propri del mercato globale.

Per un anno ci siamo calati in un abisso di orrore costituito da pubblicazioni esaltanti le performance di macchinari di distruzione di massa, sbirciando cataloghi guerrafondai, e abbiamo notato un’accelerazione della spirale innescata dall’industria bellica dal 24 febbraio che ci ha permesso di cogliere esplicitamente il motore primo che innesca l’escalation di ogni corsa al riarmo: fornire armi a un belligerante – dapprima svuotando gli arsenali e poi sollecitando l’industria bellica a sovraproduzioni mirate – innesca richieste da parte di tutti i vicini di ordigni più potenti per essere certi della propria “sicurezza” percepita come in pericolo.

L’intreccio di relazioni tra accordi diplomatici e joint venture in vista di produzioni di macchine belliche risulta palese, comprendendo cosa offriva il mercato e quali criteri muovevano le compravendite: la scommessa si fonda sulla varietà dei conflitti che deriva dalla tipologia dei contendenti, degli aggressori e degli aggrediti, della forma di guerra innescata volta per volta e su cui diventa importante identificare il tipo di tecnologie messe a disposizione.

Nello stesso calderone di orrori il libro indaga il rapporto tra la ricerca scientifica in ambito “civile” e il suo utilizzo con fini militari, mascherando scopi, attraverso una logistica mirata e camuffata. Inoltre, lo sdoganamento da parte della sensibilità occidentale della nuova era bellica è palese nelle vetrine offerte dalle fiere del settore.

Il passaggio dal monitoraggio al volume, realizzato in collaborazione con l’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, rivela come ora le armi siano diffuse capillarmente e così il conflitto globale – con diverse modalità – sia in corso.

L’indice del volume, curato dalla redazione di OGzero, i temi e gli autori dei singoli contributi

Calati in un abisso di orrore militarista
Introduzione a cura di OGzero

AI Tech, logistica opaca, inquinamento militare

Prototipi del presente per le guerre in remoto di un futuro prossimo
di Alessandro De Pascale

Gli snodi portuali del delivery militare
di Carlo Tombola

Disarmo climatico: il legame tra guerra e ambiente
di Alice Pistolesi

Indopacifico

Una panoramica sull’industria cinese delle armi
di Gabriele Battaglia

La notte birmana e la filiera che l’alimenta
di Theo Guzman

Dalla pianura sarmatica all’Asia centrale passando dal Caucaso

Dallo spartiacque del Nistru all’Asia centrale, irredentismo nell’impero ex sovietico
di Raffaele Crocco

Il nodo nucleare nel cuore dell’Asia
di Emanuele Giordana

Grandi Laghi, Corno d’Africa, Subsahara, Sahel e Maghreb

Mercanti e utilizzatori finali: variegate diramazioni dei traffici d’armi africani
di Angelo Ferrari e Massimo Zaurrini

Marocco e Algeria. La preparazione alla guerra che (forse) non ci sarà
di Alice Pistolesi

Mediterraneo orientale e Mesopotamia

Composito uso e produzione di armi nella Mezzaluna sciita
di Alessandro De Pascale

Turchia: industria bellica a conduzione famigliare ed espansione paramilitare
di Murat Cinar

L’affidabilità di Israele: vendere armi solo dopo averle testate
di Eric Salerno

Intreccio tra industria bellica e potere infiltrato da militari

Traffico d’armi in Sardegna: endemica “soluzione” alla povertà
di Roberto Bonadeo e Marco Cuccu

Sinergie accademico-militari connesse all’industria bellica
di Antonio Mazzeo

Conclusioni: corsi e ricorsi

La Grande Guerra non è mai finita. Un secolo di vittime della lobby delle armi
di Eric Salerno

Il volume è di 246 pagine, illustrato da immagini e infografiche, costa 22 euro e si trova on line sulle piattaforme di vendita e nelle librerie che possono approvvigionarsi presso i grossisti (Fastbook e Centro Libri) e presso Totem.

Isbn cartaceo 979-12-80780-18-8       > 22 euro

Isbn epub: 979-12-80780-19-5             > 6 euro

Festival delle geografie Le vie delle armi, le vie della guerra
24 settembre 2023

Gabriele Battaglia ed Emanuele Giordana tornano ad animare un dialogo sulle armi a partire dal volume 2023: Orizzonti di guerra, a cui hanno partecipato. Lo fanno nel contesto di Villasanta, sede principale del Festival delle Geografie.

Festival dell’Alta Felicità, Venaus

30 luglio 2023

Nella atmosfera di sincero antagonismo valsusino abbiamo messo insieme alcuni cervelli particolarmente attivi e impegnati a scoperchiare gli orrori e le mistificazioni militariste di tutto il mondo. Tre dei partecipanti sono stati tra gli autori del libro: Emanuele Giordana via telefono, Antonio Mazzeo e Murat Cinar dietro al tavolo a tenere compagnia a Vesna Scepanovic che ha apportato al discorso un ulteriore passaggio di ciò che comporta il possesso di armi, la sempre maggiore militarizzazione della società civile e la conseguente violenza dei conflitti che si scatenano laddove ci sono armi per combattere… i profughi che premono sui muri costruiti da chi ha iniziato la narrazione tossica del razzismo con l’imposizione attraverso le armi del nazionalismo 

Spazio Niño, Pinerolo

26 maggio 2023

Un incontro con compagni pinerolesi a partire dal testo del libro, ma per tentare di scovare insieme quali sono gli snodi più interessanti del traffico di armi e della diffusione delle guerre che trovano nuova linfa dal successo dei nazionalismi, rinfocolati dalla narrazione mainstream e dall’economia di guerra. L’occasione ha visto la partecipazione particolarmente intensa di Sabrina Moles, sinologa, redattrice di “China Files” e fiancheggiatrice di OGzero

OttolinaTV: Medio Oriente: Fine Guerra Fredda?
7 maggio 2023

Prendendo spunto dalla partecipazione di Eric Salerno al libro 2023: Orizzonti di guerra si è colta l’occasione per affastellare con ordine e seguendo un filo logico i misfatti di Tsahal trasversalmente nel tempo, arrivando a realizzare un’analisi geopolitica dell’attualità con al centro lo Stato d’Israele e l’intera area del Mediterraneo non solo orientale (citando con nonchalance un articolo di “Haaretz”  di poche ore fa); la figura del reporter che può attingere ai ricordi di quando «ne parlavo con Shimon Peres» (oppure: «Non so se vi ricordate dello shah e dei servizi sudafricani») consente a chi ascolta di ricostruire le modalità attraverso le quali opera l’ottavo produttore del mercato delle armi – “testate” sui palestinesi di Gaza – e i rapporti privi di scrupoli della più solida democrazia del Medio Oriente, attualmente alle prese con la rinnovata strategia saudita e del mondo arabo.
In questa terza puntata avventurosa con OttolinaTV si trova la potenza nucleare – sempre negata dai tempi di Vanunu –, una parvenza di neutralità pelosa di Tel Aviv che consenta affari sia con Kyiv che con Mosca, le armi usate in Sudan ora arrivano da Israele, quell che uccidono il popolo saharawi provengono da Israele. E che dire del rapporto con Ankara in questo frangente, e dunque con la Nato… oppure dell’intreccio tra Tsahal e Tatmadaw in Myanmar?

OttolinaTV: Tutta l’Asia si riarma
30 aprile 2023

Lungo tutto il nostro monitoraggio da cui è scaturito il libro 2023: Orizzonti di guerra ci siamo imbattuti sovente in tecnologie israeliane, per esempio nei droni WonderB e ThunderB descritti a ottobre per il loro emblematico dual use… come Alessandro De Pascale sottolinea nella spumeggiante puntata della Bolla di “OttolinaTV” andata in onda il 30 aprile 2023, che vi proponiamo. Ma già prima di lui sia Marco Cuccu in trasmissione aveva alluso agli Hero30 acquisiti dall’UVision, spiegando perché nel libro lui e Roberto Bonadeo si erano soffermati ad analizzare RWM-Rheinmetall e Vitrociset-DASS come punte di diamante del “comparto bellico” sardo. E qualche minuto prima Antonio Mazzeo aveva ripreso l’analisi relativa al progetto Drone-Tech che nasce da un’inedita partnership tra università pugliesi, centri di ricerca nazionali, enti locali (comune di Bari), grandi industrie militari (Israel National Drone Initiative), aziende di tecnologie avanzate (Sightec) e intelligence israeliane, finanziate dal ministero degli Esteri.

Proprio a partire da qui ne è scaturita una raffica di informazioni aggiornate, di materiali, di analisi strategica che ha animato questa seconda affinità elettiva con OttolinaTV:

il manifesto,
Il bazar della guerra non soffre crisi: 2240 miliardi nel 2022
25 aprile 2023

Il preciso e acuto articolo di Emanuele Giordana che riporta le prime valutazioni che si possono avanzare all’indomani della pubblicazione del Rapporto Sipri inquadra anche un box che segnala l’uscita di “2023: Orizzonti di guerra”, perché strettamente correlato e anche nella raccolta di dati ci siamo avvalsi anche del lavoro del Centro di Stoccolma: «Registrato un +3,7% in spesa militare globale, la metà investita dai paesi della Nato. Agli Usa il 39% della torta, seconda la Cina (ma spende un terzo di Washngton). Boom della Russia: non vende fuori, produce per sé».

OttolinaTV: Tutta l’Asia si riarma
23 aprile 2023

Una prima unione di forze tra OttolinaTV  e OGzero, saldata dal comune interesse per lo smercio delle armi. Non pensate male, non siamo diventati trafficanti: Giuliano Marrucci e la sua crew hanno adottato il gruppo di autori di 2023: Orizzonti di guerra grazie ai buoni auspici di uno di loro, Alessandro De Pascale, e così la prima puntata di una serie volta a illustrare i contributi dei vari saggi  vede protagonisti Gabriele Battaglia ed Emanuele Giordana, evidentemente una coppia ormai consolidata nell’immaginario di chi si occupa di analisi geopolitica dell’Indopacifico in lingua italiana.
Qui potete godervi la puntata nella sua integrità:

Il cielo sopra Pechino
15 aprile 2023, VI, n. 21

La trasmissione di Radio Beckwit condotta da Marco Magnano e Gabriele Battaglia ha preso spunto dalla pubblicazione di “2023: Orizzonti di guerra” a cui ha collaborato Gabriele stesso, per approfondire alcuni argomenti del libro, quelli più nelle corde di Gabriele e dell’ospite eccezionale, appena tornato da un lungo percorso nel Sudest asiatico e coinvolto nel libro con un contributo: Emanuele Giordana.

Rights Now
3 aprile 2023, n. 27

Danilo De Biasio, direttore del Festival dei Diritti Umani, portavoce di Articolo21 per la Lombardia e conduttore di Rights Now, trasmissione di Radio Popolare ha voluto approfondire la conoscenza di OGzero, registrando un breve dialogo telefonico riguardo a “2023: Orizzonti di guerra”, ne ha ricavato questi 3 minuti densi di spunti.

Voci di Dentro

Una recensione incentrata sui due saggi di Eric Salerno, ma prendendo spunto dalla motivazione iniziale che ha spinto OGzero a buttarsi in questa impresa titanica di iniziare a dare uno sguardo globale al mondo del traffico di armi attraverso le analisi di alcune parti per il tutto.

Radio Popolare

“Arms and the Men”.

Una intervista di Roberto Festa a Eric Salerno, che ha scritto due articoli contenuti nel volume: uno sul traffico di armi che fa centro a Israele e uno rievocando e attualizzando le intuizioni sull’industria delle armi pubblicata da “Fortune” nel 1934.


HuffingtonPost

Leggere un articolo del 1934 sull’industria delle armi e ritrovare lo stesso dibattito fra sordi di oggi

Il saggio di Eric Salerno La grande guerra non è mai finita. Un secolo di vittime della lobby delle armi, pubblicato all’interno di 2023: Orizzonti di guerra, riprende un vecchio articolo apparso su “Fortune” negli anni Trenta e dimostra come le contrapposizioni di allora siano molto simili a quelle odierne
L’analisi dell’autore nasce da un vecchio articolo apparso su Fortune nel 1934, Arms and the Men, firmato da colui che sarebbe diventato il direttore della rivista, Eric Francis Hodgins, che attribuiva all’industria bellica europea parte delle responsabilità per aver alimentato e prolungato la prima guerra mondiale. Al tempo, non era però in grado di definirla. “In Europa non c’è niente che possa essere chiamato con assoluta precisione un’ organizzazione degli armamenti”, affermava Hodgins nel suo pezzo. «Non esiste gruppo di individui con un unico scopo che si siede davanti a un tavolo lucido in una stanza insonorizzata e trama nuovi olocausti in Europa. Cerca tra i produttori di armamenti quanto vuoi, non troverai né un Machiavelli né un dottor Fu Manchu». Piuttosto, questo gruppo di soggetti era composto per lo più da pochi oligarchi che, perseguendo i loro interessi, scavalcavano i governi nazionali e scardinavano quel poco di internazionalismo che si era creato al tempo.
Dilemmi che ancora oggi non sono stati risolti. L’industria delle armi viene criticata in quanto la proliferazione di questi oggetti potenzialmente mortali stona con l’universalismo che si vorrebbe raggiungere. Ma, allo stesso tempo, le armi servono (purtroppo, certo) per evitare degenerazioni sul panorama internazionale, come dimostra l’aggressione della Russia in Ucraina, una chiara violazione del diritto internazionale che può trasformarsi in un pericoloso precedente. Probabilmente si tratta di un dibattito la cui conclusione potrebbe non arrivare mai, con ognuna delle parti che estremizzano i loro concetti – pacifisti contro guerrafondai a prescindere, senza considerare il contesto – e non si muovono dalle loro posizioni. Tuttavia, è interessante notare come in cento anni sia cambiato poco o niente.
Anche all’epoca gli Stati Uniti venivano accusati di fomentare le vendite di armi in giro per il mondo, sebbene la loro potenza industriale nel settore sarebbe cresciuta negli anni a venire. Il che spiega quanto gli interessi economici abbiano un peso non indifferente sulla scelta di una guerra. Una convinzione di cui era certo il senatore repubblicano Gerald Nye, che accusò il suo paese di essere entrato in guerra «per salvare la pelle dei banchieri americani che avevano due miliardi di dollari di prestiti erogati agli Alleati in pericolo». Un’accusa chiara ai meccanismi che regolano la lobby delle armi, gli stessi di oggi, dove fortunatamente la politica è riuscita ad adottare delle contromisure per affermare la propria voce.

Le città visibili – Lusaka

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Lusaka

Galeotta fu una guida turistica, scovata in un mercatino dell’usato, a convincere l’autore a intraprendere un viaggio di 7000 chilometri «per vedere l’alba dentro all’imbrunire» alla ricerca dell’ombelico della città di Lusaka (lo slum da «dove partono le strade che portano a ogni angolo del paese»), collocandola nella mente tra il Giappone e l’Africa.
Tra fiaba, leggenda e storia, immerso nella musica kalindula colorata dei fiori di Jacaranda, si snocciola un reportage documentaristico nella capitale dello Zambia in compagnia di una sorta di griot che funge da guida e autista al contempo. Mr. Mwanza «non sputa informazioni, ma racconta il sentimento di una città», come solo i veri cantastorie sanno fare; a maggior ragione se sono stati anche partigiani della lotta di liberazione dello Zambia.
Il centro di Lusaka è fotografato con vibrante poesia tra bancarelle e compound, grattacieli e township, ribaltando i canoni urbanistici: «Il centro è la zona degradata, sporca, popolare, mentre quella residenziale sta fuori, in mezzo al verde e ai servizi che qui non abbiamo».
Storie di apartheid, lotte di liberazione e tolleranza religiosa animano le 73 tribù che abitano «uno Zambia, una nazione»; e il sogno di uno stato libero si configura man mano che la città diventa “visibile”.

Uscito nell’aprile 2023 il quarto volume della collana “Le città visibili”, il terzo dedicato al continente africano è di circa 140 pagine, illustrato da immagini e mappe, il suo prezzo di copertina è di 15 euro, disponibile sia on line sulle piattaforme di vendita, sia in tutte le librerie italiane che possono approvvigionarsi presso i grossisti (Fastbook e Centro Libri) e presso Totem.

Isbn cartaceo 979-12-80780-16-4       > 15 euro

Isbn epub: 979-12-80780-17-1             > 5 euro

Nello studium dedicato troverete “assaggi” e letture!

 

Diego Cassinelli è nato nel 1973 e cresciuto a Moncucco di Vernate, in provincia di Milano. Pasticcere di professione, si è laureato in Scienze dell’educazione, come Educatore Sociale a Padova. Si è dedicato a esperienze di volontariato in vari ambiti. In India, presso le suore di Madre Teresa, a Milano con ragazze nigeriane vittime di tratta e senza fissa dimora. Ha prestato servizio per 3 anni al carcere circondariale di Padova e alle cucine popolari. Ha condotto progetti di reinserimento sociale di ex bambini-soldato a Gulu, nel Nord dell’Uganda e altre esperienze in zone “socialmente difficili” come Andria e Castelvolturno. Vive da 12 anni in Zambia, dove ha fondato l’associazione locale in&out of the ghetto, che ha l’intento di dare possibilità ai giovani del ghetto e organizzare progetti di sviluppo di comunità. Dal 2012 vive con la sua famiglia dentro allo slum di Bauleni, alla periferia di Lusaka, capitale dello Zambia. Ha collaborato con varie riviste, tra le quali “Nigrizia” e ha pubblicato il suo primo libro Sulla Strada con…. con infinito edizioni.

il manifesto,

A proposito di Lusaka, città cosmopolita

16 maggio 2023

AfricaRivista,

Diego, il pasticcere che gira l’Italia per raccontare la sua Africa

29 aprile 2023

Marco Trovato ha intervistato Diego Cassinelli poco prima della sua partenza da Lusaka per intraprendere l’avventuroso Tour  lungo tutta la penisola italica in 27 tappe consecutive (isole comprese), lungo tutto il mese di maggio 2023.
Durante il loro incontro on line l’autore di Lusaka ha avuto modo di illustrare al direttore di “AfricaRivista” gli intenti che lo hanno spinto a utilizzare questo suo Bildungsroman africano per far conoscere lo spirito e la vivacità della capitale zambiana ma soprattutto gli preme creare una rete di sostegno e collaborazione per le innumerevoli iniziative che progetta nello slum in cui Diego vive con la sua numerosa famiglia.

RTL 102.5

Diego Cassinelli alla scoperta della capitale dello Zambia

27 aprile 2023, ore 21

Simone e Vanessa hanno ospitato nella loro trasmissione Diego Cassinelli, diffondendosi sull’originalità dello sforzo organizzativo del tour, ma mettendo al centro anche il libro che ne ha permesso la realizzazione. Un romanzo che è una guida fatta di racconti; con mappe per orientarsi. Il progetto è articolato: Diego si è occupato del libro alla fine del 2022, poi Vanda, Pietro e Carla hanno organizzato il Tour. «La bellezza salverà il mondo» è il motto dell’Associazione Steve Beko che in Bauleni gestisce asili, biblioteca, sale computer… Tutti gli incontri saranno caratterizzati dalla presenza di artisti. Sinergia ed energia di vagabondaggi.
Educatore e ancora pasticcere, non più in Milano, ma in Lusaka.

Cosa più di un libro-favola, dove un griot – un accompagnatore magico, burbero e pieno di storie zambiane – agevola svolte esistenziali in giro per la capitale dello Zambia, può consentire al suo autore Diego “Mwanza” Cassinelli di porsi al centro di un “Lusaka in Tour”, esibendosi a raccontare al suo pubblico italiano adorante l’ombelico del mondo: Bauleni, lo slum zambiano in cui opera e vive? Il giro parte il Primo Maggio da Moncucco di Vernate, dove tornerà il 28 maggio per chiudersi il 30 maggio dopo un’appendice sarda in due tappe. Soggiornando a Roma, passando da Genova e Torino, per spingersi a Messina, Catania e Palermo; raggiungendo Ancona, Perugia, lungo la strada per Vasto e Bari, senza tralasciare l’altro lato dell’Appennino , toccando Pisa, Firenze e Napoli, Caserta. Ma poi ancora Como, Padova, Bologna e Reggio Calabria. E poi i piccoli centri dell’Italia dei campanili: Villa Lascaris a Pianezza e il Castello di Binasco, Villa Banale (Trento), Cerro Maggiore (Varese)… e la frequente presenza della sua Milàn.

Ambasciata di Zambia,
Roma, 18 maggio
Diego ha potuto consegnare un volume del suo libro nelle mani dell’ambasciatrice dello Zambia a Roma

9colonne
Paolo Pagliaro ha ospitato nel suo scaffale settimanale “Speciale libri” la scheda del libro con la consueta nota biografica molto arricchita rispetto al solito, dedicando molto spazio a inquadrare l’autore come personaggio dalla vita molto particolare… Inoltre si può ascoltare l’intervista a Diego Cassinelli del canale di “9 colonne – Italiani all’estero”:

Torino7, 5 maggio 2023
Il settimanale di segnalazioni de “La Stsampa” ha dedicato un ritaglio al Cambio vita descritto nei libri.

“Luna Nuova”, 5 maggio 2023
Il settimanale di segnalazioni de “La Stampa” ha dedicato un ritaglio al Cambio vita descritto nei libri.

“Aise”, 3 maggio 2023
Non poteva mancare l’Agenzia Internazionale Stampa Estero, che ha collocato il volume nel progetto generale da cui ha tratto origine OGzero, raccontando il mondo di Diego Cassinelli a Bauleni, «tra fiaba, leggenda e storia».

Lo accompagnano Vanda Gatti e Pietro Crovari; in un paio di occasioni (alla partenza da Moncucco di Vernate e il 10 maggio a Pianezza) lo affianca Angelo Ferrari, che ha avuto l’idea di inserire nella sezione africana della collana delle Città Visibili da lui curata anche Lusaka

Con l’aiuto di “Africa Rivista”, “In&OutOfTheGhetto”, “AfricaSarda”.

Moleskine Sur. Taccuini dal Latinoamerica

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Moleskine Sur. Taccuini dal Latinoamerica

L’America Latina è un’area del mondo a cui i mezzi di informazione e l’editoria italiani dedicano scarsa attenzione. Questa pubblicazione vuole colmare una lacuna, offrendo utili strumenti di analisi a chi desideri avvicinarsi al complesso contesto del continente latinoamericano. Il volume costituisce un percorso di lettura attraverso grandi temi che tracciano un fil rouge tra le varie esperienze politiche e i fenomeni sociali degli ultimi anni sfocianti in eventi e cambiamenti importanti: un’eredità del passato che tra disuguaglianze strutturali, repressione del dissenso, conflitti ambientali, rapacità estrattiva e sfruttamento delle risorse ha prodotto una prospettiva nuova per le comunità latinoamericane, una Marea Rosa dal futuro incerto che qui si cerca di analizzare e far conoscere. Fotografie dell’autore.

Diego Battistessa è latinoamericanista, ricercatore dell’Istituto di studi internazionali ed europei “Francisco de Vitoria” dell’Università Carlos III di Madrid. Docente e ricercatore dell’Istituto di studi internazionali ed europei “Francisco de Vitoria” dell’Università Carlos III di Madrid. Specializzato in diritti umani, cooperazione e migrazioni. Giornalista freelance su temi latinoamericani per testate nazionali e internazionali. www.diegobattistessa.com

Il volume di 132 pagine, illustrato, costa 15 euro ed è disponibile sia on line sulle piattaforme di vendita e nelle librerie che possono approvvigionarsi presso i grossisti (Fastbook e Centro Libri) e presso Totem.

Isbn cartaceo 979-12-80780-14-0       > 15 euro

Isbn epub: 979-12-80780-15-7             > 6 euro

Le città visibili – Freetown

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Freetown

Freetown, terzo volume della collana Le città visibili, è opera di Federico Monica, architetto e urbanista che ci conduce da una pagina all’altra di questo libro illustrato da foto e mappe nel caos della capitale della Sierra Leone, in cui i concetti classici di centro e periferia sembrano vacillare: il mare da un lato e le montagne dall’altro riducono al minimo gli spazi liberi ed è così che a poche decine di metri dal palazzo presidenziale si accumulano baracche brulicanti di vita e i vetri del grattacielo della banca centrale si sovrappongono allo sfondo di una discarica avvolta dai fumi. Tutto si stratifica e tutto si mischia in questa città complessa e dal nome meraviglioso e ingombrante. La terra della libertà: può esistere luogo più dolce? Forse no, ma quanto è rimasto oggi di quel sogno di libertà? Quanto è stato spazzato via dal correre della storia, dalle tragedie che con cinica puntualità colpiscono questa gente? La vita e la morte sono legate indissolubilmente in queste terre, giocano a rincorrersi, si mischiano una nell’altra e fanno parte della medesima realtà.
Le mappe interattive e quelle statiche negli interni del libro sono di Luigi Giroldo. Fotografie di Luca Onesti e Fernando Moleres.

Il libro fa parte della collana “Le città visibili”. La sezione delle città africane della collana è curata dall’africanista Angelo Ferrari.

Federico Monica è architetto e urbanista specializzato nell’analisi delle città e degli insediamenti informali in Africa subsahariana. È consulente per ong e Organismi internazionali su progetti di sviluppo urbano, pianificazione partecipata, architettura sostenibile e infrastrutture. Fondatore e responsabile di Placemarks-Africa e dello studio Taxibrousse, ha realizzato progetti e ricerche in 15 paesi del continente africano. Nel 2003 ha incontrato Freetown per la prima volta, da allora non ha mai smesso di occuparsene attraverso ricerche, progetti e racconti.

Il volume di 152 pagine, illustrato, costa 15 euro ed è disponibile sia on line sulle piattaforme di vendita e nelle librerie che possono approvvigionarsi presso i grossisti (Fastbook e Centro Libri) e presso Totem.

Isbn cartaceo 979-12-80780-12-6       > 15 euro

Isbn epub: 979-12-80780-13-3             > 6,5 euro

Le città visibili – Nairobi

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Nairobi

Una guida virgiliana conduce il lettore per quartieri postcoloniali e bassifondi di Nairobi, dove i grattacieli e la savana coesistono nel traffico. La tutela ambientale sfida i limiti della sopravvivenza, come capita anche agli abitanti della città: i progetti di riciclo dei rifiuti coincidono con il recupero della condizione umana degli stessi raccoglitori, recupero di dignità assimilabile al tentativo di restituire una sana ferinità agli animali ormai urbanizzati.
Attraverso un viaggio negli spazi urbani gli autori scardinano i luoghi comuni dell’immaginario occidentale grazie a visioni di immagini e parole che non lasciano spazio al buonismo e compongono un preciso ritratto socio-antropologico. I testimoni di questa umanità sono calati negli odori, nei gusti, nei colori e nei materiali che costruiscono la città. Grazie a questa matericità non si sente il bisogno di analisi azzardate, ma tutto è sotto gli occhi: è sufficiente leggere i racconti di aneddoti ed eventi alla base della nascita di uno snodo commerciale che trae sviluppo dal crogiolo di comunità eterogenee, che lo rendono quel «bel casino che non cambierà mai».
Gli autori vanno oltre la fascinazione esotica che può averli attratti all’inizio della loro avventura africana e invitano a superare gli stereotipi da “safari cittadino” tipico dello sguardo occidentale.
Le fotografie sono di Leni Frau, coautrice del volume. Le mappe interattive e quelle statiche negli interni del libro sono di Luigi Giroldo.

Il libro fa parte della collana “Le città visibili”. La sezione delle città africane della collana è curata dall’africanista Angelo Ferrari.

Freddie del Curatolo è giornalista professionista, vive in Kenya dal 2005. Oltre a saggi musicali e romanzi ha pubblicato Malindi Italia, guida semiseria all’ultima colonia italiana d’Africa (2008), il romanzo Safari Bar (2013) e – con Angelo Ferrari – La pandemia in Africa. L’ecatombe che non c’è stata (2021). Dirige dal 2008 Malindikenya.net, il portale degli italiani in Kenya.

Leni Frau (nome d’arte di Maddalena Stefanelli) è nata a Cagli (PU) nel 1976. Agente di viaggio e fotografa, vive in Kenya dal 2011. Nel 2013 ha pubblicato il photo-book Sotto una lanterna africana. Nel 2015 ha portato in Italia la mostra itinerante “Mijikenda”. Nel 2018 l’Ambasciata d’Italia in Kenya ha prodotto la sua mostra “Zeinab-Zena”, esposta nel museo di Fort Jesus a Mombasa.

Una guida virgiliana conduce il lettore per quartieri postcoloniali e bassifondi di Nairobi, dove i grattacieli e la savana coesistono nel traffico. La tutela ambientale sfida i limiti della sopravvivenza, come capita anche agli abitanti della città: i progetti di riciclo dei rifiuti coincidono con il recupero della condizione umana degli stessi raccoglitori, recupero di dignità assimilabile al tentativo di restituire una sana ferinità agli animali ormai urbanizzati.
Attraverso un viaggio negli spazi urbani gli autori scardinano i luoghi comuni dell’immaginario occidentale grazie a visioni di immagini e parole che non lasciano spazio al buonismo e compongono un preciso ritratto socio-antropologico. I testimoni di questa umanità sono calati negli odori, nei gusti, nei colori e nei materiali che costruiscono la città. Grazie a questa matericità non si sente il bisogno di analisi azzardate, ma tutto è sotto gli occhi: è sufficiente leggere i racconti di aneddoti ed eventi alla base della nascita di uno snodo commerciale che trae sviluppo dal crogiolo di comunità eterogenee, che lo rendono quel «bel casino che non cambierà mai».
Gli autori vanno oltre la fascinazione esotica che può averli attratti all’inizio della loro avventura africana e invitano a superare gli stereotipi da “safari cittadino” tipico dello sguardo occidentale.
Il testo è arricchito dalle fotografie di Leni Frau, coautrice del volume. Le mappe interattive e quelle statiche negli interni del libro sono di Luigi Giroldo.

Il volume costa 13 euro ed è disponibile sia on line sulle piattaforme di vendita e nelle librerie che possono approvvigionarsi presso i grossisti e presso Totem.

Le città visibili – Gerusalemme

Contenuti

Gerusalemme

Comincia la narrazione di Eric dal nitore della pietra bianca che caratterizza Gerusalemme. Immergendosi nelle sue cave, che come arterie inoculano alla città quella linfa, dove rintracciare tracce della storia che percorre i secoli della “Città santa”, perennemente in guerra.
La passeggiata culturale attraverso i vicoli – o le colonie – percorrendo strade romane e superstrade, collocando luoghi di culto nel tessuto urbano – e assegnando il reale motivo della diffusione dei parchi –, evidenzia le scelte politiche e coloniali di ogni potere avvicendatosi; soffermandosi in particolare su quelle attuali improntate al sionismo, all’apartheid e all’esproprio della tradizionale presenza palestinese.

Il libro fa parte della collana “Le città visibili

Eric Salerno è nato a New York nel 1939 da un’ebrea russa sfuggita alle guardie bianche zariste e da un comunista americano espulso nel 1950 dagli Usa. Trasferitosi in Italia a 13 anni, ha lavorato 10 anni per “Paese Sera”. Nel 1967 passa a “Il Messaggero”, in qualità di inviato speciale e capo del servizio esteri, interessandosi ai problemi del Terzo Mondo e del Medio Oriente, dal 1987 al 2017 con base a Gerusalemme. Tra i suoi libri: Genocidio in Libia. Le atrocità nascoste dell’avventura coloniale (1979), Israele, la guerra dalla finestra (2002), Uccideteli tutti (2008), Mossad base Italia (2010), Orizzonti perduti, orizzonti ritrovati (2021). Ha collaborato come coautore alla pubblicazione di Sconfinate (2019).

Appena inserito nel catalogo dei libri di OGzero | Segnalibro questo bel testo di Eric Salerno ha interpretato perfettamente l’idea a monte della collana che intende gettarsi per le strade di alcune città significative e coglierne gli aspetti urbanistici, sociali, economici; i mercati, le idee, le trasformazioni del genius loci per mantenersi coerente, pur adattandosi allo Spirito dei tempi. Oppure i motivi per cui non è riuscito a mantenersi incontaminato e per quali aspetti la gentrificazione ha scardinato armonie ed equilibri di taluni quartieri.

Il volume è snello (104 pagine) tuttavia denso di storia, testimonianze (per esempio Yehoshua) e illustrato con fotografie originali anche dell’autore, ma anche progetti architettonici; il suo costo è contenuto in 13 euro.

Disponibile sia on line sulle piattaforme di vendita e nelle librerie che possono approvvigionarsi presso i grossisti e presso Totem.

Abbiamo raggruppato tutte le recensioni nella pagina dalla quale si è evoluto il progetto del volume su Gerusalemme

Astana e i 7 mari

Contenuti

Lo Studium Il Mare di Astana: il Mediterraneo è nato dall’interesse suscitato dal Processo di Astana che nel tempo è evoluto attraverso una parabola che ha dei tratti di originalità che possono rievocare periodi storici assimilabili per le strategie e le tattiche messe in atto dalle potenze locali (Russia, Turchia, Iran), mosse da necessità spesso in conflitto tra loro. Sembra che ora si sia giunti alla fine della concertazione, i giochi sono finiti e lo snodo epocale potrebbe produrre un mondo completamente diverso da quello che conosciamo.

E a questo punto che – riprendendo i materiali raccolti in questi mesi – pubblicheremo un e-book dal titolo Astana e i sette mari, a cura di Antonella De Biasi, che comporrà le differenti ipotesi di visione dei disequilibri esplosi in singole aree (Siria, Libia, Nagorno…) che hanno condizionato il bacino esteso del Mediterraneo, toccando il Mar Caspio a nord, il Mar Rosso a sud e il Golfo Persico a est.

Gli autori che hanno finora partecipato a questo Studium con un testo scritto appositamente sono Eric Salerno, Marina Forti, Murat Cinar, Yurii Colombo, Mattia Bernardo Bagnoli, Gianni Sartori. Abbiamo inoltre attinto dal patrimonio di testi del nostro Archivio diversi contributi scritti e audio attinenti al tema e da ultimo abbiamo coinvolto Stefano Capello per una sorta di indice di temi a livello globale da considerare per l’analisi.

Antonella De Biasi curerà quindi il volume completo, con testi inediti, proponendo analisi e prospettive dopo gli sviluppi e l’implosione – in seguito al cambio di amministrazione Usa – degli accordi di Astana, che vedono ora i protagonisti dell’area cercare nuove strategie e alleanze tra gli attori regionali e internazionali.

Il volume sarà di circa 96 pagine e distribuito in formato elettronico sulle principali piattaforme di vendita libraria online (e stampato solo on demand) entro il 15 novembre 2021. Il costo di copertina prenotando le copie non supererà i 4 euro.

Per aiutarci nella produzione di questo volume potete prenotare delle copie del volume scrivendo a info@ogzero.org, o semplicemente dare un contributo attraverso il nostro sito. Per coloro che parteciperanno alla produzione del volume è previsto un incontro online con l’Autrice del volume e gli Autori dello studium in cui si confronteranno le varie teorie emerse durante la lavorazione.

Siamo già oltre?

Contenuti
Si è ormai conclusa la campagna di crowdfunding per questo progetto editoriale di OGzero, il libro di Alfredo Somoza, Siamo già oltre? La globalizzazione tra fake e smart, per conoscere e interpretare le dinamiche della globalizzazione in modo puntuale e documentato, smascherando le fake news, ma anche andando a indagare sui reali vantaggi della civiltà smart.
Uno sguardo critico che va oltre la retorica trionfalistica sul futuro dell’umanità. La globalizzazione è un fenomeno che ha cambiato la nostra vita con dinamiche nuove e riproposto in veste moderna altre molto antiche.
Il libro racconta gli scenari dell’economia mondiale, della lotta per la terra e l’ambiente, dei diritti ottenuti e negati, del gioco delle potenze. Senza ideologismi né compromessi. Il libro racconta il mondo nel quale siamo già sommersi, anche se ancora non ci è stato del tutto svelato. Il lavoro di Alfredo Somoza è ispirato all’idea che un altro mondo migliore sia possibile, idea che lo accompagna dai tempi in cui partecipò al Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre esattamente 20 anni fa.
I testi sono accompagnati da una sezione audio sul canale spreaker di ogzero.org con podcast con la voce dell’autore di approfondimento dedicati. Il libro offre chiavi di lettura utili per interpretare il mondo che ci circonda, spesso a partire da notizie che non riescono a guadagnare i titoli dei giornali, talvolta per conflitto di interessi. Il progetto non comprende solo il libro, ma uno sguardo continuativo delle dinamiche globali e delle loro conseguenze. Una specie di osservatorio che l’autore cura da 20 anni con aggiornamenti settimanali che si potranno continuare a seguire nel tempo e molti link compresi nell’e-book conducono a pagine che esprimono alcuni dei concetti ribaditi dal libro. Molte cose che troverete in questo libro sarebbero censurate in diverse parti del mondo. Perché una delle vittime eccellenti della pandemia – e dalla globalizzazione – è stata la democrazia e di conseguenza la libertà di stampa.

MOSTRA MENO

I contenuti del volume (in elaborazione):

Prefazione di Chawki Senouci

I. Consumi e società globale

II. Terra bene comune

III. Un mondo, tanti mondi

IV. Dentro la pandemia

Questi temi saranno trattati unendo diversi approcci alle differenze economiche, sociali, culturali e dei diritti che la globalizzazione ha enormemente accentuato.

Rott’amare

Contenuti
«È un libro che ci richiama al dovere di uomini, di essere umani. Nell’umanità c’è ben poco di “umano”, mi ha detto una sera un amico. Il fatto che avesse la pelle più scura della mia e che suo padre fosse africano, vi assicuro, non significava nulla. Si parlava di violenze, di crimini, di pagine buie della storia. La storia dell’umanità», questo ha scritto Eric Gobetti all’inizio della sua prefazione al libro che Simone Zito ha fatto scaturire dalla sua esperienza a Bihać. E l’autore ha disambiguato così le possibili interpretazioni del titolo:«Rott’amare: due parole dense come i Balcani, quasi solide, raccolgono in un piccolo punto del foglio piani che si intersecano vertiginosamente lungo le frontiere d’Europa. Rotte dove i migranti sono mossi dall’amore di sogni da raggiungere o figli da difendere. Rotte amare come i manganelli sulla pelle e il filo spinato, mari che sono tombe che inghiottono e vie da attraversare; frontiere obsolete e stantie che sarebbe opportuno buttar via, come si fa con i ferri vecchi e gli oggetti inutili. Da rottamare».

MOSTRA MENO

I contenuti del volume:

Prefazione

Vittime del neocolonialismo postimperiale di Eric Gobetti

Introduzione

Rotte amare da rottamare di Simone Zito

La complessità delle rotte balcaniche

Parte Prima

Il buco nero d’Europa

Parte seconda

Diario

La spada e lo scudo

Contenuti
Il volume nasce da una serie di interviste a studiosi e esperti del tema, tenute dal nostro autore Yurii Colombo e ancora consultabili sul nostro canale Youtube, dove si analizzava l’evoluzione dei servizi segreti russi dalla loro nascita ai giorni nostri.
In questo testo l’autore approfondisce gli sviluppi dell’attuale rapporto tra l’intelligence russa e il potere, tra il Cremlino e la Lubjanka, analizzando i rapporti con le potenze internazionali e le questioni interne alla Federazione Russa.

Qui l’introduzione al volume

Questa non è una storia generale dei servizi segreti russi (la materia è talmente estesa che gli unici seri tentativi fatti in questo campo sono di tipo enciclopedico) ma è forse il primo tentativo, almeno in Italia, di fornire un quadro della struttura, del ruolo politico, delle controversie e degli scandali in cui l’Fsb e le organizzazioni a essa collegata sono coinvolte dall’ascesa di Putin in poi. Con alcuni raid però nel passato sovietico: dalla caccia internazionale ai trotskisti fino alla crisi dei missili di Cuba; dalla deportazione e repressione dei Testimoni di Geova fino al ruolo che le donne-agenti, le Mata Hari rosse, ebbero nell’attività di spionaggio durante la Guerra Fredda.
In questo volume troverete anche un capitolo sul fenomeno Bellingcat, il portale che con le sue inchieste sui casi Skripal e Naval’nij ha avuto un ruolo fondamentale nell’acutizzare la crisi tra Federazione Russa e mondo occidentale. L’irruzione di Bellingcat indubbiamente ha segnato una nuova frontiera nel giornalismo investigativo e potrebbe condizionare nel futuro le stesse relazioni tra stati nel quadro di quella che è stata sintetizzata come public intelligence.
Infine abbiamo dedicato uno spazio corposo alla querelle delle relazioni tra Brigate Rosse e Kgb. Non crediamo di aver detto la parola fine sulla questione ma crediamo che l’ampia panoramica qui fornita e la documentazione acclusa (in buona parte inedita in Occidente) possano già per molti versi dare la possibilità di misurare un giudizio storico e politico sereno anche in relazione ai “misteri” del caso Moro.

La spada e lo scudo verrà pubblicato in versione cartacea e digitale e sarà in distribuzione dalla metà di ottobre 2021.

I contenuti del volume:

Introduzione
Servizi sovietici
Gli esordi dei servizi in Russia
La Bomba H, la Bomba sexy e gli anarchici dei Caraibi
La lotta armata dell’Ovest rubricata dai servizi
Le Br erano manovrate dal Kgb?
Putin, il cekista
1991, allarme a Mosca: da nomenklatura sovietica a oligarchia russa
Servizi postsovietici
Agenzie di sicurezza e intelligence
La ristrutturazione dell’era Eltsin
La questione cecena come carta politica
Putin, zar assoluto?
Anna e le altre 81
Poison
Litvinenko: “velenose” conseguenze della lotta tra siloviki e liberal
Skripal: Novichok avvelena i rapporti con l’Europa
Naval’nij: il Mandela bianco e negoziabile
Il Nuovo giornalismo investigativo di “Bellingcat” è manovrato?
Il “vizietto” della chimica
Detour: L’uso generalizzato delle armi chimiche nel xx secolo
Conclusioni
Il futuro: tornare a Babel’ per capire
Appendici e riferimenti bibliografici
Dallo stalinismo al putinismo: l’eterna repressione contro i Testimoni di Geova
Cinema russo e servizi segreti, un matrimonio che s’ha da fare
Kgb – Rapporto informativo (1980)
Relazione in riferimento all’organizzazione terroristica italiana Brigate Rosse
Bibliografia

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