La Rivoluzione industriale di Cottonopolis
La ricchezza dei paesi imperiali è anche la nostra ricchezza.
Frantz Fanon, Les damnés de la terre
Quasi il 90 per cento del cotone coltivato in Alabama, Mississippi e Louisiana veniva venduto a Manchester, trasformato in tessuto da cinquemila stabilimenti tessili del Lancashire procurando cibo per le tavole delle classi lavoratrici. Così si potrebbe riassumere l’esplosione della rivoluzione industriale che coinvolse Manchester e che la vincolò, attraverso il porto di Liverpool a un commercio che incoraggiava e traeva enormi profitti dalla schiavitù. La zona del Lancashire era già molto famosa per i cotonifici alimentati dall’acqua ma l’apertura del primo stabilimento al mondo azionato a vapore in Miller Street, da parte di Richard Arkwright nel 1781, cambiò tutto. A poco a poco la meccanizzazione dei processi rivoluzionò in modo sostanziale la produzione, trasformando le fiorenti industrie tessili di Manchester nel primo centro di produzione di massa al mondo.
Nei paesi coloniali il popolo colonizzato e la classe operaia del paese colonialista hanno interessi comuni. La storia delle guerre di liberazione, condotta dai popoli colonizzati, è la dimostrazione della falsità di questa tesi
Frantz Fanon, Pour la révolution africaine : écrits politiques
Infatti spesso il Lumpenproletariat e le classi meno abbienti vedono i migranti come rivali proprio nell’attribuzione del lavoro più sfruttato e sottopagato, finendo con il fare il gioco dei padroni e dei fascisti più retrivi e razzisti.