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Salvador de Bahia, l‘altra sponda dell’Africa

di Diego Battistessa

Capital Afro

Salvador de Bahía è una città costiera situata nel Nordest del Brasile, e il suo nome originario era Salvador de la Bahía de Todos los Santos. Quando pensiamo a questa città dobbiamo subito menzionare che siamo di fronte non solo alla prima capitale coloniale del Brasile (fondata dai portoghesi) ma anche a uno dei centri urbani di matrice europea, più antichi del continente Americano. Oggi Salvador conta una popolazione di quasi 2,5 milioni di abitanti e con una estensione municipale di 312 chilometri quadrati. È la capitale dello stato di Bahia e si trova 1446 chilometri lontano dalla capitale federale del Brasile, ovvero Brasilia. Il suo centro storico è conosciuto come il “Pelourinho” (o Pelo per i locali) che nel 1985 è stato dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

Foto di Diego Bsattistessa

Prima capitale del Brasile (1549-1763), San Salvador de Bahía è stata un punto di confluenza di culture europee, africane e amerindiane. Nel 1588 fu creato il primo mercato di schiavi del Nuovo Mondo, destinati al lavoro nelle piantagioni di canna da zucchero. La città ha saputo conservare numerosi edifici rinascimentali di eccezionale qualità, spesso magnificamente stuccati, che caratterizzano in modo unico la città vecchia». Un dato curioso rispetto alla città, è che si dice che ospiti 365 chiese, uno per ogni giorno dell’anno.

Il futuro è ancestrale

Visitare oggi Salvador de Bahia de Todos los Santos significa fare un viaggio nelle radici africane dell’America Latina, toccando con mano l’eredità ancora viva di un passato fortemente legato all’altro lato dell’oceano: nello specifico l’eredità dei popoli a sud del deserto del Sahara, con un’enfasi sull’area occidentale bagnata dall’Atlantico (dal Senegal fino all’Angola). Farlo poi con un occhio attento alle celebrazioni religiose risulta ancora più interessante se si vogliono esplorare iniziative culturali e alcune tradizioni sincretiche di questa città brasiliana conosciuta come la Roma nera, perché è la città più nera fuori dall’Africa. Novembre 2023 è stato per esempio il mese del lancio ufficiale del progetto Salvador Capital Afro, evento internazionale multilivello che ha occupato tutti i 30 giorni del mese, mettendo al centro l’essenza dell’afrobrasialianità.

Salvador Capital Afro è un movimento nato nel 2022 e lanciato ufficialmente il 31 agosto 2023 (Giornata internazionale delle persone di discendenza africana) dalla prefettura di Salvador de Bahia: un ambizioso progetto culturale che vuole riconnettere la città e la sua gente con il loro patrimonio ancestrale, attraverso il rafforzamento e la valorizzazione delle espressioni artistiche, religiose e del patrimonio culturale della città, la cui origine risiede nel popolo afrodiscendente.

l’altra faccia della medaglia: Liverpool tenta il riscatto dalla vergogna

Il mese della coscienza nera

Dal 2011 il 20 novembre viene celebrato in Brasile come il giorno della coscienza nera, ma mentre per il resto del paese si tratta di un unico giorno di celebrazione e di riflessione, l’idea è che a Salvador de Bahia l’intero mese di novembre sia dedicato alla radice nera della città. È così che nel 2023 si è dato il via a un calendario di attività di portata internazionale per promuovere questa nuova idea di afroturismo e di riappropriazione dell’identità nera.

«Il protagonismo nero è un antidoto alla disuguaglianza e al razzismo strutturale», ha sottolineato Ivete Sacramento, attuale segretaria municipale delle riparazioni per le comunità afro della città brasiliana, per la rivista creata per l’occasione, il cui nome evidenzia quello del progetto: “Salvador Capital Afro”.

Il Festival Afropunk, il Festival Libertatum, il Festival Internazionale dell’Audiovisivo Nero del Brasile sono state tra le attività più importanti di un programma ambizioso che ha visto anche la riapertura del Museo Nazionale della Cultura AfroBrasiliana (Muncab). Tra le personalità nazionali e internazionali africane o afrodiscendenti si segnala la presenza di Wole Soyinka (primo africano a ricevere il Premio Nobel per la Letteratura nel 1986), delle cantanti Victoria Monét e Alcione, degli artisti Taís Araújo, Viola Davis, Angela Bassett, tra gli altri. Si tratta insomma di trasformare Salvador nella nuova capitale afro del continente, partendo da ciò che questa città è sempre stata, riconnettendosi con le identità africane e promuovendo la cultura afrodiscendente.

Contemporaneamente non va dimenticata ‘influenza britannica che ha saccheggiato anche il Brasile, commerciando i prodotti degli schiavi e rifornendo di materie prime le fabbriche di “Cottonopolis”. In Gran Bretagna si registrano simili iniziative di memoria di quelle che furono le connessioni con lo slancio della Rivoluzione industriale a Manchester:

Il riscatto della memoria

L’idea alla base del “nuovo” Muncab, che oggi si trova dentro l’antico Palazzo del Tesoro di Bahia, è quella di essere il cuore della cultura afrobrasiliana di Salvador de Bahia, che dal canto suo si fregia di essere la città più nera fuori dall’Africa. Un museo che possa concentrare da un lato artisti tradizionali e dall’altro le nuove generazioni di artisti neri, sia a livello nazionale che internazionale. Il Muncab vuole rappresentare il riscatto di una memoria che deve essere seme di cultura viva, per la produzione e diffusione di una identità afrobrasiliana da sventolare con orgoglio come bandiera della nuova Salvador, fiera del suo passato e proiettata verso un futuro fatto di ancestralità.

Foto di Diego Bsattistessa

All’interno del museo si entra in contatto con l’identità nera in molte delle sue sfaccettature, partendo dall’Africa per espandersi poi fuori dal continente per riflettere sull’orrore del traffico inumano di persone, passando per le varie forme di resistenza e resilienza, permettendo anche di comprendere e scoprire i contributi culinari, religiosi, musicali che le comunità africane hanno lasciato in eredità.

Foto di Diego Bsattistessa

Una eredità che si fa presente e che si manifesta in una collezione permanente di più di 400 opere (pitture, sculture, mobili, documenti, tra gli altri oggetti) che si intreccia ad altre attività come iniziative cinematografiche, spazi educativi e di rafforzamento identitario, includendo progetti di scambio internazionale con paesi africani fortemente legati alla città, come Angola, Mozambico e Guinea. Per la riapertura del museo nel 2023 è stata scelta l’esposizione Un Defeito de Cor (Un difetto di colore) che aveva già attirato quasi 100.000 visitanti nel Museo d’Arte di Rio de Janeiro.

 

Diversità e sincretismo

Il Muncab è sicuramente uno dei pilastri di Salvador Capital Afro, progetto che mira a promuovere la diversità artistica, culturale e gastronomica afrobrasiliana, e che vuole rendere protagonista anche tutto ciò che riguarda il sincretismo religioso e le pratiche rituali africane che con i secoli si sono fuse con il cristianesimo imposto dalla corona portoghese ai tempi della colonia.

Foto di Diego Bsattistessa

Sì, perché l’antica città di Bahia è stata per lungo tempo la capitale cristiana di tutto il Sud Atlantico oltre a essere la prima capitale del Brasile, luogo nel quale tra il Sedicesimo e il Diciannovesimo secolo arrivarono dal Golfo del Benin milioni di persone schiavizzate e trafficate (si stima tra 1,5 e 2 milioni di persone). Una migrazione forzata che ha obbligato a una stretta convivenza di aspetti culturali africani, europei e indigeni, producendo con il passare degli anni una cultura popolare che si esprime fortemente attraverso le sue celebrazioni, in modo particolare quelle religiose e artistiche.

Foto di Diego Bsattistessa

Il centro pulsante e identitario di questo mondo afrobrasiliano è come detto il nucleo antico della città, nello specifico la zona di Pelourinho, dove troviamo a ogni angolo elementi che ci ricordano dove siamo.

Liverpool ha dovuto confrontarsi con i nomi lordi di schiavismo

Città del mercantilismo Pelourinho Sincretismo Elevador Lacerda
Gorée Maison des Esclaves Perpetua schiavitù Saint-Louis
Triangolo britannico Scousers Ransom in Liverpool Manchester

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