Mercato concentrazionario
Ai piedi dell’Elevador Lacerda troviamo il Mercato Modelo, che fin dal periodo coloniale fu il centro della tratta degli schiavi in Brasile, e quindi nel Nuovo Mondo. Una visita obbligata dentro una struttura che oggi è adibita a commercio di souvenir turistici ma che mantiene, soprattutto nei sotterranei, quell’aura di terrore e di morte. Nei sotterranei di questa struttura venivano infatti rinchiusi coloro che si ribellavano o che tentavano di fuggire a un destino di schiavitù, soffrendo terribili agonie e spesso condannati a morire per annegamento quando la marea si alzava.
Un ricordo vivo e doloroso della crudeltà umana, traccia di un passato legato a doppio filo con l’identità della città e della sua gente. Il mercato si può vedere in tutta la sua grandezza e apprezzandone la posizione strategica dalla Praça Tomé de Sousa, dove troviamo anche un altro monumento simbolo del periodo della tratta degli schiavi. Si tratta del Monumento della Croce Caduta, una imponente croce inclinata che domina una piazza che funge da belvedere, accanto all’edificio che prende il nome di Casa de las Bahianas. Una croce che ricorda l’oscura storia di questa città, il sangue versato e la connivenza della Chiesa nell’orribile mercantilizzazione della vita che tanta ricchezza portò agli imperi coloniali.
Il contraltare carnascialesco di Liberazione
Gli elementi architettonici di Pelourinho sono accompagnati costantemente da suoni, odori e colori, in un crogiolo di sensazioni che fanno vivere una costante vibrazione carnevalesca. Il Carnevale è per Salvador de Bahia (come per tutto il Brasile) un appuntamento cruciale ogni anno ma nel Pelourinho e specialmente nella Praça Terreiro de Jesus, questa sensazione è sperimentabile praticamente ogni giorno. Qui non è difficile trovare gruppi di persone che si cimentano (a volte per i turisti, a volte per piacere personale) nella capoheira, manifestazione culturale afrobrasiliana (creata in Angola dagli schiavi bantu che poi hanno portato in Brasile la “Danza della zebra”) basata su una espressione corporea che ingloba elementi di combattimento, danza, musica e acrobazia, che alludono a autodifesa e lotta mascherata mimica, con cui fuggire a costituire Quilombos nelle foreste, prive di zebre.
Un rituale che al ritmo di strumenti tipici come il berimbau, i pandero, gli agogó, i reco-reco e soprattutto gli atabaque (gli alti e tipici tamburi) riempiono di ritmo e di vita il centro storico di Salvador. Una carica musicale che i locali accompagnano con una bevanda particolare, che non può mancare nelle celebrazioni di Salvador de Bahia, il Cravinho. Si tratta di una bevanda tipica delle feste dove la forte presenza della cannella, serve a mascherare con il suo aroma, l’alta gradazione alcolica. E se si parla di bevande e gastronomia, non si può non fare un accenno al Acaraje. Un piatto tipico da consumare per strada (nei piccoli punti vendita ambulanti gestiti da «mamis» di Pelourihno), oppure nei ristoranti, a base di pasta di fagioli, ripieno di gamberi e accompagnato da una salsa piccante molto intensa.