Sincretismo non solo Pelourinho
Per provare a introdurre l’identità storica e il presente di Salvador de Bahia è necessario però uscire da Pelourinho ed esplorare altri elementi urbani, architettonici e naturali che ne conformano l’anima e il carattere.
Il concetto di sincretismo religioso apre un ventaglio di esiti mutevoli di concezioni e pratiche religiose (create, ricreate, adattate, ricontestualizzate) in uno spazio-tempo diverso da quello di origine. Un processo ben descritto nel fascicolo 20 del 2004 El Pelourinho de Bahia, cuatro décadas después della rivista “Iconos. Revista de Ciencias Sociales”.
La parola sincretismo deriva dal greco synkrasis, ovvero mescolare insieme, ed è tutt’altro che anomalo che le religioni passino per questo tipo di processo. Il sincretismo religioso nel mondo latinoamericano ha vissuto numerose tappe che hanno visto, in modo alterno, il protagonismo di popolazioni indigene, coloni europei, criollos e afrodiscendenti. La base di questo processo è stato un credo, quello cattolico, che ha svolto un ruolo principale nello sviluppo di nuove forme religiose in America Latina, giacché durante il periodo coloniale la Chiesa Romana Cattolica e Apostolica, dominava il campo spirituale di tutti i paesi della regione compresi tra il Messico e la Terra del Fuoco. Mappando le religioni afrolatinoamericane, possiamo subito identificare il Brasile come un centro focale di studio e di analisi, visto che siamo di fronte a un paese nel quale si ha la sublimazione di questo processo di resistenza delle tradizioni ancestrali africane da un lato, e di krasis (mescolanza) dall’altro, verso le molteplici spiritualità, originarie e importate, presenti nel territorio.
Siamo di fronte a una grande complessità di rituali, simbologia e ancestralità che oggi si manifesta in Brasile in una vasta pluralità di religioni afrobrasiliane, come per esempio: Babaçuê (Pará), Batuque (Río Grande del Sur), Cabula (Espírito Santo, Minas Gerais, Río de Janeiro y Santa Catarina), Candomblé (presente in tutto il Paese), Culto a los Egúngún (Bahia, Río de Janeiro, São Paulo), Culto de Ifá (Bahia, Río de Janeiro, São Paulo), Quimbanda (Río de Janeiro, São Paulo), Macumba (Río de Janeiro), Omoloko (Río de Janeiro, Minas Gerais, São Paulo), Tambor de Mina (Maranhão, Pará), Umbanda (presente in tutto il Paese), Xangô do Nordeste (Pernambuco) e Xambá (Alagoas, Pernambuco).
Come specificato bene in un articolo di “MiraCuBì” è sempre Jorge Amado a offrire una dettagliata panoramica dell’Olimpo afrobrasiliano di Bahia nel capitolo Gli orixá di Carybé – noto artista, amico dell’autore brasiliano che illustrò il libro Bahia, le strade, le piazze.
Fuori dalla zona del “Pelo” a Salvador de Bahia ci sono almeno altri due punti di interesse sincretico: la Chiesa di Nosso Senhor do Bonfim e il Dique di Tororó rappresentano i due punti in cui il meticciato religioso trova la sua amalgama a partire da luoghi originariamente sacralizzati da culti diametralmente opposti.