Caro fratello Assad, ti va un panino insieme?!
Il 28 dicembre si è svolto a Mosca un vertice a tre con la partecipazione…
Brecce nei modelli dello status quo
Si stanno indubbiamente aprendo brecce nell’equilibrio mondiale…
Il “nuovo” ordine mondiale e il gioco delle parti da Astana a Kyiv
Confrontandoci tra complici di “OGzero” sulla complessa situazione…
n. 8 – Siria (II): la Primavera e le “tre Sirie”
Nella serie di articoli dedicati alle rotte mediorientali della…
n. 8 - Siria (I): la precarietà dei siriani accolti in altri paesi
Nella serie di articoli dedicati alle rotte mediorientali della…
L’Iran da Astana all’Eurasia
Massima pressione americana e scenario multilaterale regionale
È…
L’attivismo di Erdoğan concepito al Cremlino
Le strategie parallele russo-turche per l'indipendenza ottomana dagli Usa porta alle intese di Astana per spartirsi energia e controllo sullo scacchiere mediterraneo
Tribalismi e nazionalismi a confronto nel Kurdistan iracheno
La frammentazione in varie etnie, clan tribali e gruppi…
Oil exploitation in Kurdistan
The KRG oil policies eventually became curse for the people…
Siria, Iraq: la “terra tra i due fiumi” ha sete
Dal primo decennio di questo secolo una siccità…
Nazionalismo petrolifero e dubaizzazione
Fino al 2005 il nazionalismo curdo traeva fonte d’ispirazione…
Questioni dottrinarie in Medio Oriente
Ma come avevano reagito gli sceicchi alauiti all’abbraccio…
La decurdizzazione del Nordest siriano
La deportazione dalla Turchia dei rifugiati siriani curdi in…
Lo sciismo nella terra dei due fiumi
Questo era il mondo nella Qom dell’imam Musa al-Sadr,…
Il confederalismo democratico e l'ossessione anticurda della Turchia
Forze in campo e alleanze geopolitiche: combattenti o terroristi?
Daesh…
Rivalità e sangue tra etnie curde nella politica irachena
Totalitarismo, democrazia e federalismo
In…
Attivismo turco nel mondo arabo: una partita energetica e strategica
All'arabizzazione forzata del Rojava negli intenti di Erdoğan, attivo anche in Libia, si contrappongono le affermazioni di Bashar al Assad, che lo giudica un invasore, forse pensando che il padre Hafiz aveva già operato un'arabizzazione della regione ai danni dei curdi; la spartizione della Siria con la fine del decennio si è completata, mentre due fazioni simili si contendono il potere in quella che era la Libia, di nuovo internazionalizzando la guerra per procura, con precisi appoggi dagli uni o dagli altri. La presenza russa condiziona e indirizza i protagonisti di entrambi i campi libici, come già in Siria.
L’accordo intercorso tra Erdoğan e Serraj per spartirsi il petrolio del Mediterraneo e le minime reazioni internazionali a questo abuso dimostrano la dipendenza di ogni nazione dalle risorse dei territori sottoposti a rivolgimenti geopoliticamente strategici, per cui ciascuno si mantiene libero di saltare sul giacimento del vincitore; solo la Grecia ha espulso l’ambasciatore turco, evidenziando la debolezza europea. Ma cosa si può immaginare in trasparenza dietro a questa situazione? in quale contesto dei due paesi si va a inserire?
Questo bel cortocircuito che coinvolge l’intero scacchiere mediorientale vede sempre in controluce il profilo di Putin, che spedisce truppe (il famigerato contingente paramilitare Wagner) e smuove alleanze contrapposte. Allargando il campo ai molti motivi di scontro, alleanze e affinità religiose (piegate a fare da foglia di fico per gli interessi geopolitici): se da un lato ci sono i Fratelli Musulmani, che Erdoğan appoggia dovunque, dall’altro lato c’è l’Egitto di Al-Sisi che con un golpe ha cacciato proprio il governo islamista eletto che sostiene un governo di Bengasi ufficialmente laico, ma finanziato dai wahaabiti sauditi, quanto Tripoli si avvale delle milizie jihadiste di Misurata. Così l’area mesopotamica torna ad apparentarsi con quella libica: gli strumenti, le strategie, gli interessi e i meccanismi messi in atto sono riconducibili a una medesima regia globale?
Che cos'è la trappola Daesh?
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Sykes-Picot, la madre di tutti i confini. Il tratto di penna che inventò il Medio Oriente
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