Fiera dell’usato, basi e magazzini
Anche questo mese va rubricata una fiera tenutasi dal 14 al 20 agosto ad Armiya, significativa perché, come scrive l’“Atlante delle Guerre”, pur se emblema del degrado del complesso militare-industriale della Federazione russa e disorganizzata come l’esercito russo, avrebbe realizzato ricavi per 7 miliardi e 1500 espositori, riprendendo i numeri di “Kommersant”. Certo che anche il sito ufficiale non riporta immagini, video, articoli, articoli esibiti… la splash page usa immagini del 2021 e per il resto si lancia l’edizione 2023. Una fiera fantasma, da cui però sono trapelate alcune agghiaccianti particolarità nella stringata cronaca di “Diritti Globali”: i numerosi ospiti in arrivo da trentadue paesi sono seguiti da un sofisticato dispositivo di sorveglianza e possono osservare i tremendi progressi raggiunti attraverso il conflitto. La Russia è il secondo produttore di armi del pianeta dietro agli Stati uniti. L’export vale quindici miliardi di dollari all’anno. Dopo il discorso di Putin, Shoigu ha “rassicurato” i presenti sulla possibilità di usare in Ucraina armi nucleari: «Da un punto di vista strategico non è necessario farlo per raggiungere i nostro obiettivi». Infatti la reginetta di questa fiera, in base alle illustrazioni e agli articoli dedicati è un “nuovo” carrarmato ottenuto con un restyling di un blindato di epoca brezneviana: il T-62M, nuovamente modernizzato; “Defense Express” ipotizza un impiego adatto nei contesti siriani e libici: proxy war d’altri tempi.
A latere di Armiya si registrano gli interessi per il gas del Mediterraneo orientale con gli schieramenti contrapposti, le cui ripercussioni si avvertono in ambito militare con moltiplicazione di fronti: cioè da un lato la nuova fornitura di S-400 schierati dalla Turchia “a difesa” del fronte mediterraneo del gas – contesto in cui è esplicitamente alleata di Mosca (pur confinante con la Mesopotamia che vede i due alleati di Astana in reciproca tensione); i russi in cambio dell’operazione di intelligence attraverso gli S-400 (che i turchi schierano contro i greci, alleati nella Nato) pagano con Rosatom la nuova centrale atomica di Akkuyu, versando altri 15 miliardi che, insieme ai 20 promessi dai sauditi nell’inedita convergenza di interessi con Mbs, faranno vincere le elezioni a Erdogan, per continuare a fare affari, anche e soprattutto nel traffico di armi e infrastrutture. “Formiche” dà conto di questa fornitura russa per il secondo esercito della Nato, mettendola in relazione appunto con la corsa al riarmo greco.
Infatti dall’altro lato si assiste alla conseguente ulteriore spirale di armamenti greci con l’aereo spia EMB-145H AEW&C, ma anche e soprattutto con pressioni per il potenziamento di basi a Creta (Souda bay verrà raddoppiata per incrementare il numero di sommergibili) e a Cipro (Akrotiri); a questo proposito gli Usa hanno persino tolto l’embargo sulle armi per Nicosia, imposto nel 1987 per facilitare l’unificazione dell’isola, innescando così la corsa agli armamenti tra le due amministrazioni dell’isola; come se si perseguisse l’accensione di ogni minimo focolaio di guerra che contrappone gli schieramenti.
Questo ci ha spinto a dedicare l’attenzione dell’editoriale di agosto alla profusione e proliferazione di basi, una vera rincorsa in questo periodo in ogni quadrante, in preparazione di probabili interventi repentini in zone di improvvisa crisi. Il “New York Times” dà notizia sempre nell’Ellade di un ripristino dell’hub finora in sonno ad Alexandroupoli, riattivazione che ha scatenato le reazioni di Turchia e Russia.
Ma anche nel braccio di ferro Indopacifico spicca l’annuncio formulato su “Nikkei” dall’ambasciatore filippino di una nuova serie di basi americane nell’arcipelago di Manila, perché è evidente che si inserisce nelle tensioni relative alle esercitazioni del Pla attorno a Taiwan; da quando le forze armate statunitensi cercano di distribuire le forze lungo la cosiddetta prima catena di isole che si estende dal Giappone al Sudest asiatico, l’importanza geopolitica delle Filippine va crescendo e la prospettiva è che entro i prossimi 3 anni gli Usa possano contare su 8 nuove basi nelle Filippine, secondo “Stars and Stripes”.
Ma con la guerra scatenata in Europa orientale le basi assumono il ruolo di deposito e smistamento armi, oltre che di posizionamento al fronte come per i bombardieri Eurofighter italiani dislocati il 29 luglio a Malbork in Polonia a meno di 130 chilometri da Kaliningrad (come informa Antonio Mazzeo). E allora vanno ricordati i campi di smistamento di armi stoccate in Germania, Polonia e in Ucraina stessa, dove il 60 per cento delle forniture non sono arrivate in prima linea perché bloccate – o più spesso – scomparse, come denuncia “Armi e Tiro”. Questo perché la Germania intende mantenere il controllo diretto su sufficienti materiali bellici e non esacerbare ancora di più i rapporti con la Russia.
Ma è soprattutto il territorio polacco che si va trasformando in un magazzino di armi provenienti da tutti i 40 paesi che partecipano al rifornimento antirusso: il 3 agosto i russi hanno distrutto un magazzino di armi destinate all’Ucraina, stoccati a Radejiv nella regione di Lviv; la cellula nevralgica della distribuzione delle armi è il Centro di coordinamento internazionale dei donatori descritta dal “NYT”. Le spedizioni iniziali di armi, tra cui missili antiaerei Stinger e anticarro Javelin, sono arrivate in Polonia e sono state trasportate rapidamente oltre il confine. Ma man mano che vengono donate armi più grandi, pesanti e complesse, i pianificatori militari inviano le spedizioni anche via mare, ferrovia e camion.
A fine luglio il centro aveva spostato più di 78.000 tonnellate di armi, munizioni e attrezzature per un valore di oltre 10 miliardi di dollari, secondo i funzionari militari statunitensi e occidentali. Il centro organizza anche l’addestramento dei soldati ucraini all’uso e alla manutenzione delle armi, come l’HIMARS, che richiede almeno due settimane di addestramento.
Intanto Kiyv ha ricevuto 230 tank da Polonia e Repubblica ceca, provenienti dal Patto di Varsavia, dunque non necessitano di addestramento per ufficiali ucraini, e questo chiude il cerchio con la fiera di Armiya, che dimostra come quella in corso sia una guerra fatta con armi obsolete. Infatti i 250 carri armati Abrams in gran spolvero nel loro ultimissimo modello rimarranno all’esercito di Varsavia in cambio di 1,2 miliardi di dollari versati alla General Dynamics Land Systems (“DefenseNews”); ma sono in consegna per il 2025 – per la prossima guerra, più moderna dopo lo svuotamento degli arsenali.
Siti consultati:
- Armiya: sito ufficiale della fiera russa delle armi
- “Atlante delle Guerre”: Fiera delle armi russe: impantanata nel web (17 agosto)
- “Diritti Globali”: A Mosca la fiera delle armi, Putin fa affari: «Così libero il Donbass» (17 agosto)
- “Defense Express”: Armiya-2022: russia’s T-62M Tank Latest Modernization (18 agosto)
- “Breaking Defense”: A second S-400 deal with Turkey? Not so fast, insiders say (12 settembre)
- “Formiche”: Le conseguenze (serie) dell’arrivo di altri S-400 russi alla Turchia (17 agosto)
- “Formiche”: Cipro, perché la decisione Usa sull’embargo fa indignare la Turchia (17 settembre)
- “New York Times”: Sleepy Greek Port Becomes U.S. Arms Hub, as Ukraine War Reshapes Region (18 agosto)
- “Nikkei”: Philippines may allow U.S. military access during Taiwan crisis (5 settembre)
- “Taiwan News”: Philippines could allow US troops access to military bases during Taiwan conflict (5 settembre)
- “Armi e Tiro”: Usa: il 70 per cento delle armi non ha raggiunto l’Ucraina? (14 agosto)
- “New York Times”: Special Military Cell Flows Weapons and Equipment Into Ukraine (27 luglio)
- “DefenseNews”: Abrams-maker GDLS announces $1.1 billion tank deal for Poland (25 agosto)
Avanzamento
La Top Ten dei contratti del Dipartimento americano della Difesa in agosto
La rivista “ClearanceJobs” ogni mese elenca in ordine per importo i contratti di fornitura per il Dipartimento della Difesa americano con la distinzione del corpo dell’esercito e specifica dell’azienda produttrice che incassa cifre da capogiro; è una lettura interessante che vi sintetizziamo per avere un ordine di idee dell’enorme giro di affari, di produzione legata al comparto difensivo e di soggetti coinvolti (Agenzie, enti, aziende e poi logistica e magazzini, stoccaggio… ma soprattutto Università e laboratori di ricerca).
- US Navy il 12 agosto ha stipulato un contratto del valore di 7.630.940.571 con Lockhheed Martin Corp. di Fort Worth, Texas;
l’accordo riguarda l’acquisto di 129 aerei del Lotto 15, come segue: 49 velivoli F-35A per l’Aeronautica; tre velivoli F-35B e 10 velivoli F-35C per il Corpo dei Marines; 15 velivoli F-35C per la Marina; 32 velivoli F-35A e quattro velivoli F-35B per i partecipanti non appartenenti al Dipartimento della Difesa (DOD) degli Stati Uniti; e sedici velivoli F-35A per i clienti delle Vendite militari estere, oltre a 69 kit di hardware tecnico. - US Air Force il 30 agosto ha stipulato un contratto del valore di 5.712.635.494 con CACI NSS LLC, Chantilly, Virginia;
l’Enterprise Information Technology fornisce servizi IT aziendali che dovranno essere conclusi entro il 2032. - Missile Defense Agency il 30 agosto ha stipulato un contratto del valore di 5,021.000.000 con Boeing Co., Huntsville, Alabama;
per l’integrazione, il collaudo e la preparazione del sistema (SITR), dell’ingegneria complessiva dell’elemento GMD (Ground-Based Midcourse Defense) e dell’integrazione del GMD con il sistema di difesa missilistica. - US Navy il 22 agosto ha stipulato un contratto del valore di 4.396.000.000 con Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory, Laurel, Maryland;
per la ricerca, lo sviluppo, l’ingegneria, il collaudo e la valutazione per i programmi del Dipartimento della Difesa nell’ambito delle sue aree di competenza principali, tra cui il collaudo e la valutazione dei sistemi strategici; sicurezza e sopravvivenza dei sottomarini; scienza e ingegneria spaziale; sistemi di combattimento e missili guidati; difesa aerea e missilistica e proiezione di potenza; tecnologia dell’informazione, simulazione, modellazione e analisi delle operazioni; ricerca, sviluppo, test e valutazione relativi alle missioni. Questo contratto include opzioni che, se esercitate, porterebbero il valore cumulativo del contratto a 10.600.000.000 di dollari. Il lavoro sarà svolto a Laurel, nel Maryland, e dovrebbe essere completato entro agosto 2027. - US Special Operation Command il 1° agosto ha stipulato un contratto del valore di 3.000.000.000 con L3 Communications Integrated Systems, Greenville, Texas;
la consociata Armed Overwatch fornirà alle Forze per le Operazioni Speciali sistemi di velivoli che soddisfino i requisiti di supporto aereo ravvicinato, attacco di precisione e intelligence armata, sorveglianza e ricognizione, per l’uso in operazioni di guerra irregolare a sostegno della Strategia di Difesa Nazionale - US Air Force il 31 agosto ha stipulato un contratto del valore di 2.214.952.163 con Boeing Co., Defense, Space & Security, Seattle, Washington;
per gli abbonamenti e licenze relativi agli aerei KC-46A Air Force Production Lot 8,. Il contratto prevede l’esercizio di un’opzione per un’ulteriore quantità di 15 aerei KC-46A. Il lavoro sarà svolto a Seattle, Washington, e si prevede che sarà completato entro il 30 novembre 2025 - US Transportation Command il 22 agosto ha stipulato un contratto del valore di 1.630.630.000 con Federal Express Team, Memphis, Tennessee;
per la continuazione dei servizi di trasporto aereo charter internazionali a lungo e corto raggio per il Dipartimento della Difesa. Il periodo di opzione va dal 1° ottobre 2022 al 30 settembre 2024. - La Disa il 2 agosto ha stipulato un contratto del valore di 1.500.000.000 con Lumen Technologies Government Solutions Inc., Herndon, Virginia;
per fornire servizi e capacità di trasmissione end-to-end essenziali per la Defense Information System Network (DISN) Indo-Pacific, l’infrastruttura di telecomunicazioni consolidata a livello aziendale del Dipartimento della Difesa per l’area di responsabilità del Comando indopacifico degli Stati Uniti, che include l’Alaska. Il contratto prevede un periodo di esecuzione di 10 anni. - US Transportation Command il 2 agosto ha stipulato un contratto del valore di 1.447.524.000 con Patriot Team, Tulsa, Oklahoma;
per la continuazione dei servizi di trasporto aereo charter internazionali a lungo e corto raggio per il Dipartimento della Difesa. Il periodo di opzione va dal 1° ottobre 2022 al 30 settembre 2024. Il lavoro sarà svolto a livello globale. - US Navy il 12 agosto ha stipulato un contratto del valore di 1.013.571.576 con Rolls-Royce Corp., Indianapolis, Indiana;
Il contratto prevede la manutenzione intermedia a livello di deposito e il relativo supporto logistico per circa 210 motori T-45 F405-RR-401 Adour in servizio a supporto della Marina.