n. 3 – Due Corti internazionali a confronto: il conflitto israelo-palestinese
Prosegue l'analisi di Fabiana Triburgo con approccio giuridico…
L’equilibrista di Ankara sul filo del conflitto mediorientale
Le mosse strategiche nella regione Mena sono diventate più frenetiche…
Lettera22: luoghi e tempi per immaginare il sequel
Nell’estate 2023 è uscito dopo una accorta e lunga gestazione,…
L'invincibile intreccio tra industria bellica, finanza, politica e istituzioni americane
Industria bellica e finanza, protagoniste dell'escalation in…
Uno spettro si aggira per le banlieues
Les Invisibles si sono palesati.
L’attuale clima incandescente…
L’utile curdo per il regime turco
«Apparato operativo dei poteri globali», così la asservita…
Caro fratello Assad, ti va un panino insieme?!
Il 28 dicembre si è svolto a Mosca un vertice a tre con la partecipazione…
n. 22 - Il nuovo patto europeo sulla migrazione e l’asilo (I). Respingimenti, Sar, esternalizzazioni
L’ipocrisia europea evita di dare indicazioni precise e umanitarie,…
n. 22 - Regolamento sullo screening: il nuovo patto europeo sulla migrazione e l’asilo (II)
Lo studio e l'esposizione delle proposte di regolamento europeo…
Biden in Medio Oriente: le insidie che declinano la centralità Usa
La disposizione delle pedine sulla scacchiera conduce a frenetiche…
All'Ovest Sahara qualcosa di nuovo... ma poco rassicurante
Nello scacchiere internazionale si stanno delineando le aree…
n. 18 – Tra mare e boschi alpini. La frontiera che uccide (II)
Movimenti secondari dei flussi migratori si riscontrano, oltre…
La guerra in Ucraina cambierà le scelte di Ankara?
Mar Nero settentrionale con la tatara Crimea; Mar Nero meridionale…
n. 18 - Tra monti e boschi alpini. La frontiera che uccide (I)
Movimenti secondari dei flussi migratori si riscontrano, oltre…
n. 16 - Rotta del Mediterraneo centrale: lo sbocco marino delle piste libiche
Il Mediterraneo centrale è il palcoscenico che maggiormente…
n. 15 - Rotta atlantica: patti scellerati e muri invalicabili
Il Mediterraneo occidentale è il teatro naturale della rotta…
n. 14 - Oi Barbaroi, gli schiavi della rotta dell'Egeo
Il Mediterraneo orientale rappresenta un braccio di mare in cui…
n. 11 - Cosa può fermare il caos libico?
Questo saggio dedicato alle rotte nordafricane appartiene alla…
n. 10 Maghreb - parte II: Algeria postelettorale, dove il “nuovo” non cambia
Questo saggio dedicato alle rotte nordafricane appartiene alla…
n. 10 Maghreb - parte I: Tunisia, terra di transito e di povertà
Questo saggio dedicato alle rotte nordafricane appartiene alla…
n. 9 Iraq: Il Destino comune dei paesi mesopotamici. (I) La fine dello stato e il settarismo
Lo spazio dedicato alla sezione irachena non a caso cade a ridosso…
n. 9 Iraq: Il Destino comune dei paesi mesopotamici. (II) I curdi iracheni
Lo spazio dedicato alla sezione irachena non a caso cade a ridosso…
n. 8 – Siria (IV): dopo la Guerra cosa può cambiare?
Nella serie di articoli dedicati alle rotte mediorientali della…
n. 8 – Siria (III): il clan al-Assad e la Guerra civile
Nella serie di articoli dedicati alle rotte mediorientali della…
n. 8 – Siria (II): la Primavera e le “tre Sirie”
Nella serie di articoli dedicati alle rotte mediorientali della…
n. 8 - Siria (I): la precarietà dei siriani accolti in altri paesi
Nella serie di articoli dedicati alle rotte mediorientali della…
Hamas, il principe di Gaza
La tempesta perfetta per israeliani e palestinesi.
Un’analisi…
n. 7 - Libano: dove tutto cambia perché nulla cambi
Questo contributo di Fabiana Triburgo sulla questione migratoria…
n. 6 - Primavere, rivolte e rivoluzioni: dieci anni di utili contaminazioni
Questo articolo introduce una sezione nuova della raccolta di…
La mezzaluna sciita si dissemina per raccogliere la svolta di Biden
Il nastro si riavvolge riproponendo attentati
Venerdì 22 gennaio,…
Antiche strade che decidono il destino
Alto è sicurezza. Alto è potere. Alto domina il paesaggio e…
King Bibi in declino: un complesso effetto domino
Israele si avvia alle quarte elezioni politiche in meno di 2…
Saharawi. E da dove arriva questo conflitto?
Venerdì 13 novembre 2020 le agenzie di stampa mondiali hanno…
Ultimi colpi di coda di un baro e dei suoi complici?
Ormai sembra inevitabile che il riottoso Trump sia costretto…
Segnali di fumo dal Bosforo a Washington
Annusate le possibilità di nuove concessioni con il cambio della…
Un complesso militar-industriale rinnovato e senza remore
A volte ritornano... le tangenti Lockheed
Guerra e Pace. Pace…
È cambiato qualcosa sotto i Cedri?
Rappresentanze variabili solo all’università?
Lo scorso 8…
Trump o Biden? Per i palestinesi pari sono
Mentre il mondo è in trepida attesa che il bizzarro sistema…
Turchia: cosa bolle in pentola con i missili S-400?
Russia e Turchia sono potenze grandi o regionali?
A voler trovare…
Considerazioni sul Libano che vanno oltre il Libano
Archiviare i rapporti di forza coloniali in questo periodo di nazionalismi esasperati può ricondurre a modelli vecchi di secoli, anziché soddisfare le richieste di emancipazione dei popoli repressi: l'impero ottomano e quello russo tentano di ricreare le antiche sfere di influenza.
L’Iran da Astana all’Eurasia
Massima pressione americana e scenario multilaterale regionale
È…
La spartizione delle risorse nel Mediterraneo
24 luglio 2020
Con le esplicite intenzioni espresse…
L’attivismo di Erdoğan concepito al Cremlino
Le strategie parallele russo-turche per l'indipendenza ottomana dagli Usa porta alle intese di Astana per spartirsi energia e controllo sullo scacchiere mediterraneo
La Russia e il Medio Oriente
Da zar a raiss. La tentazione di esagerare, quando si affronta…
Galassia jihadista in Sahel
La guerra contro la diversità intraislamica: spettacolarizzazione…
Il fiume e il suo avvocato difensore
La Valle del Munzur appartiene, senza esagerazioni, alle…
Questioni dottrinarie in Medio Oriente
Ma come avevano reagito gli sceicchi alauiti all’abbraccio…
La decurdizzazione del Nordest siriano
La deportazione dalla Turchia dei rifugiati siriani curdi in…
Attivismo turco nel mondo arabo: una partita energetica e strategica
All'arabizzazione forzata del Rojava negli intenti di Erdoğan, attivo anche in Libia, si contrappongono le affermazioni di Bashar al Assad, che lo giudica un invasore, forse pensando che il padre Hafiz aveva già operato un'arabizzazione della regione ai danni dei curdi; la spartizione della Siria con la fine del decennio si è completata, mentre due fazioni simili si contendono il potere in quella che era la Libia, di nuovo internazionalizzando la guerra per procura, con precisi appoggi dagli uni o dagli altri. La presenza russa condiziona e indirizza i protagonisti di entrambi i campi libici, come già in Siria.
L’accordo intercorso tra Erdoğan e Serraj per spartirsi il petrolio del Mediterraneo e le minime reazioni internazionali a questo abuso dimostrano la dipendenza di ogni nazione dalle risorse dei territori sottoposti a rivolgimenti geopoliticamente strategici, per cui ciascuno si mantiene libero di saltare sul giacimento del vincitore; solo la Grecia ha espulso l’ambasciatore turco, evidenziando la debolezza europea. Ma cosa si può immaginare in trasparenza dietro a questa situazione? in quale contesto dei due paesi si va a inserire?
Questo bel cortocircuito che coinvolge l’intero scacchiere mediorientale vede sempre in controluce il profilo di Putin, che spedisce truppe (il famigerato contingente paramilitare Wagner) e smuove alleanze contrapposte. Allargando il campo ai molti motivi di scontro, alleanze e affinità religiose (piegate a fare da foglia di fico per gli interessi geopolitici): se da un lato ci sono i Fratelli Musulmani, che Erdoğan appoggia dovunque, dall’altro lato c’è l’Egitto di Al-Sisi che con un golpe ha cacciato proprio il governo islamista eletto che sostiene un governo di Bengasi ufficialmente laico, ma finanziato dai wahaabiti sauditi, quanto Tripoli si avvale delle milizie jihadiste di Misurata. Così l’area mesopotamica torna ad apparentarsi con quella libica: gli strumenti, le strategie, gli interessi e i meccanismi messi in atto sono riconducibili a una medesima regia globale?