Deterrenza integrata nello cyberspazio bellico
La cyberwar è il panorama che in Ucraina ha sostituito i carri armati usati in Afghanistan 40 anni fa; è avvenuto con l’affondamento della Moskva, l’ammiraglia della flotta russa del Mar Nero, episodio ricostruito da “The Times” (e ripreso da Antonio Mazzeo) durante il quale è sempre più evidente l’apporto delle tecnologie sofisticate di scambio di dati tattici (L16). Ma non è solo lo scambio di informazioni multifunzionale tra entità belliche o la presenza dei Poseidon decollati da Sigonella che non ci vengono documentate – e anzi sono secretate dal governo Draghi, seguendo protocolli atlantici, non repubblicani –: infatti trapela da articoli di analisti entusiasti l’accelerazione degli investimenti in tecnologie emergenti basate su 5G, intelligenza artificiale, blockchain (registro digitale con voci raggruppate in blocchi e crittografate), cloud computing «per generare nuove capacità di combattimento»; su “Formiche.net” si può leggere la descrizione dettagliata delle filosofie sottese all’avanzata del processo decisionale nell’intervento militare grazie alla compenetrazione della “collaborazione uomo-macchina”. Insomma il parterre di armati in combattimento si va componendo di brutali mercenari tagliagole contrapposti o sommati a professionisti guidati e condizionati dai dati forniti sui loro display.
Per estendere e rendere efficace questa rete informatica di dati a disposizione della guerra degli alleati, la Nato sta cooptando e creando centri di ricerca in tecnologie di frontiera attraverso il programma Diana, che – apprendiamo da “Wired” – nel 2021 ha sviluppato strategie relative all’intelligenza artificiale, il 2022 è dedicato allo sviluppo dei computer quantistici e il 2023 alle biotecnologie e all’ingegneria applicata all’uomo.
Un nodo delle reti di acceleratori è stato individuato nello stabilimento Alenia di corso Marche a Torino. “Difesa.it” descrive pudicamente l’operazione come “Sinergia per l’innovazione tra Industria Mondo Accademico e Difesa”. E prosegue: «L’offerta nazionale per la partecipazione all’iniziativa, lanciata dai capi di Stato e di Governo al summit di Bruxelles del giugno 2021 nell’ambito dell’agenda NATO 2030, consiste nella realizzazione di una rete federata di centri di sperimentazione e acceleratori d’innovazione con il compito di supportare la NATO e i paesi alleati nel proprio processo di innovazione, sostenendo le start-up a sviluppare le tecnologie necessarie a preservare la superiorità tecnologica e facilitando la cooperazione tra settore privato e realtà militari.
L’Italia propone di ospitare il Regional Office presso le strutture nella costituenda Città dello Spazio, dove si insedierà, a fianco dei laboratori e degli spazi per le start-up, il Business Incubation Centre dell’Agenzia Spaziale Europea. Nelle more del completamento della Città dello Spazio, saranno comunque disponibili per l’immediato degli uffici presso le Officine Grandi Riparazioni di Torino.
Lo stesso generale Portolano ha ribadito a fine aprile l’importanza di Diana, confermando la candidatura del Piemonte, del suo Politecnico e l’industria bellica già strettamente interconnessi (come puntualmente stigmatizzato da “Umanità Nova”) a e ha confermato anche la denuncia di co-belligeranza di Antonio Mazzeo, relativa a quel coinvolgimento di Sigonella nelle operazioni di guerra nel Mar Nero, che nelle parole del generale di corpo d’armata riportate da “AnalisiDifesa” diventa: « il forte impegno dell’Italia nel sostenere il programma Air Ground Surveillance (AGS), evidenziando quanto esso sia indispensabile per l’Alleanza, poiché permette di espletare le fondamentali attività interforze di intelligence, surveillance e reconnaisance sia al livello strategico che operativo. Ciò assume una rilevanza ancora maggiore in questo momento storico con l’attuale conflitto in Ucraina».
Avanzamento
Approfondimenti
- “The Times” e Antonio Mazzeo
- “Formiche.net” e analisti entusiasti
- “Formiche.net” e cyberspazio bellico
- “Wired” e l’intelligenza artificiale
- “Difesa.it” e le sinergie
- “Umanità Nova” e il polo di Diana
- “Analisi Difesa” e le attività interforze di intelligence
Neutralismo annientato dalle armi
Il triste caso della capitolazione scandinava nella delusione di Monica Quirico:
“Fine di un mito: la neutralità scandinava”.
Excusatio non petita, la debolezza di un destino presunto
Il tentativo di essere catalizzatore di ogni forma nazionalista e sovranista esibisce una parodia di parata sulla Piazza Rossa, cercando di spiegare cosa ci fa l’esercito d’occupazione russo in Ucraina: