L’equilibrista di Ankara sul filo del conflitto mediorientale
Le mosse strategiche nella regione Mena sono diventate più frenetiche…
L’utile curdo per il regime turco
«Apparato operativo dei poteri globali», così la asservita…
Caro fratello Assad, ti va un panino insieme?!
Il 28 dicembre si è svolto a Mosca un vertice a tre con la partecipazione…
Guerre di religione: continuazione del colonialismo con altri mezzi
Gianni Sartori si propone come autodidatta che propone analisi…
L'assalto al carcere di Sina “forse” orchestrato da Ankara e Damasco
Quattro giorni di ininterrotti scontri tra i combattenti dello…
Variante turca nella recrudescenza dei bagliori della Guerra Fredda 2.0
Una rinnovata intensa attività dell'intelligence mondiale (con…
n. 9 Iraq: Il Destino comune dei paesi mesopotamici. (I) La fine dello stato e il settarismo
Lo spazio dedicato alla sezione irachena non a caso cade a ridosso…
n. 9 Iraq: Il Destino comune dei paesi mesopotamici. (II) I curdi iracheni
Lo spazio dedicato alla sezione irachena non a caso cade a ridosso…
n. 8 – Siria (IV): dopo la Guerra cosa può cambiare?
Nella serie di articoli dedicati alle rotte mediorientali della…
n. 8 – Siria (III): il clan al-Assad e la Guerra civile
Nella serie di articoli dedicati alle rotte mediorientali della…
n. 8 – Siria (II): la Primavera e le “tre Sirie”
Nella serie di articoli dedicati alle rotte mediorientali della…
n. 8 - Siria (I): la precarietà dei siriani accolti in altri paesi
Nella serie di articoli dedicati alle rotte mediorientali della…
n. 6 - Primavere, rivolte e rivoluzioni: dieci anni di utili contaminazioni
Questo articolo introduce una sezione nuova della raccolta di…
La mezzaluna sciita si dissemina per raccogliere la svolta di Biden
Il nastro si riavvolge riproponendo attentati
Venerdì 22 gennaio,…
Antiche strade che decidono il destino
Alto è sicurezza. Alto è potere. Alto domina il paesaggio e…
Iraq: la rabbia dei giovani non si ferma con i proiettili
L’anno scorso migliaia di iracheni scesero in strada per protestare…
La sfida dei curdi è una sfida per l'umanità
Prendiamola larga. Riguardo all'annoso dilemma se sia nato prima…
Segnali di fumo dal Bosforo a Washington
Annusate le possibilità di nuove concessioni con il cambio della…
Un complesso militar-industriale rinnovato e senza remore
A volte ritornano... le tangenti Lockheed
Guerra e Pace. Pace…
Turchia: cosa bolle in pentola con i missili S-400?
Russia e Turchia sono potenze grandi o regionali?
A voler trovare…
Astana agli sgoccioli. Chi ha più filo da filare tra Mosca e Ankara?
Traiettorie diverse di attraversamento transcaucasico-mediorientale
L’alleanza…
Considerazioni sul Libano che vanno oltre il Libano
Archiviare i rapporti di forza coloniali in questo periodo di nazionalismi esasperati può ricondurre a modelli vecchi di secoli, anziché soddisfare le richieste di emancipazione dei popoli repressi: l'impero ottomano e quello russo tentano di ricreare le antiche sfere di influenza.
L’Iran da Astana all’Eurasia
Massima pressione americana e scenario multilaterale regionale
È…
L’attivismo di Erdoğan concepito al Cremlino
Le strategie parallele russo-turche per l'indipendenza ottomana dagli Usa porta alle intese di Astana per spartirsi energia e controllo sullo scacchiere mediterraneo
La Russia e il Medio Oriente
Da zar a raiss. La tentazione di esagerare, quando si affronta…
Tribalismi e nazionalismi a confronto nel Kurdistan iracheno
La frammentazione in varie etnie, clan tribali e gruppi…
Il fiume e il suo avvocato difensore
La Valle del Munzur appartiene, senza esagerazioni, alle…
Oil exploitation in Kurdistan
The KRG oil policies eventually became curse for the people…
Siria, Iraq: la “terra tra i due fiumi” ha sete
Dal primo decennio di questo secolo una siccità…
Nazionalismo petrolifero e dubaizzazione
Fino al 2005 il nazionalismo curdo traeva fonte d’ispirazione…
Questioni dottrinarie in Medio Oriente
Ma come avevano reagito gli sceicchi alauiti all’abbraccio…
La decurdizzazione del Nordest siriano
La deportazione dalla Turchia dei rifugiati siriani curdi in…
Lo sciismo nella terra dei due fiumi
Questo era il mondo nella Qom dell’imam Musa al-Sadr,…
Il confederalismo democratico e l'ossessione anticurda della Turchia
Forze in campo e alleanze geopolitiche: combattenti o terroristi?
Daesh…
Rivalità e sangue tra etnie curde nella politica irachena
Totalitarismo, democrazia e federalismo
In…
Attivismo turco nel mondo arabo: una partita energetica e strategica
All'arabizzazione forzata del Rojava negli intenti di Erdoğan, attivo anche in Libia, si contrappongono le affermazioni di Bashar al Assad, che lo giudica un invasore, forse pensando che il padre Hafiz aveva già operato un'arabizzazione della regione ai danni dei curdi; la spartizione della Siria con la fine del decennio si è completata, mentre due fazioni simili si contendono il potere in quella che era la Libia, di nuovo internazionalizzando la guerra per procura, con precisi appoggi dagli uni o dagli altri. La presenza russa condiziona e indirizza i protagonisti di entrambi i campi libici, come già in Siria.
L’accordo intercorso tra Erdoğan e Serraj per spartirsi il petrolio del Mediterraneo e le minime reazioni internazionali a questo abuso dimostrano la dipendenza di ogni nazione dalle risorse dei territori sottoposti a rivolgimenti geopoliticamente strategici, per cui ciascuno si mantiene libero di saltare sul giacimento del vincitore; solo la Grecia ha espulso l’ambasciatore turco, evidenziando la debolezza europea. Ma cosa si può immaginare in trasparenza dietro a questa situazione? in quale contesto dei due paesi si va a inserire?
Questo bel cortocircuito che coinvolge l’intero scacchiere mediorientale vede sempre in controluce il profilo di Putin, che spedisce truppe (il famigerato contingente paramilitare Wagner) e smuove alleanze contrapposte. Allargando il campo ai molti motivi di scontro, alleanze e affinità religiose (piegate a fare da foglia di fico per gli interessi geopolitici): se da un lato ci sono i Fratelli Musulmani, che Erdoğan appoggia dovunque, dall’altro lato c’è l’Egitto di Al-Sisi che con un golpe ha cacciato proprio il governo islamista eletto che sostiene un governo di Bengasi ufficialmente laico, ma finanziato dai wahaabiti sauditi, quanto Tripoli si avvale delle milizie jihadiste di Misurata. Così l’area mesopotamica torna ad apparentarsi con quella libica: gli strumenti, le strategie, gli interessi e i meccanismi messi in atto sono riconducibili a una medesima regia globale?
Che cos'è la trappola Daesh?
Intervista di Lorenzo Avellino a Pierre-Jean Luizard
La…
A chi è servito Daesh? La guerra internazionalizzata (e inefficace) e la costruzione del nemico
Perchè si parla di guerra internazionalizzata ?
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Sykes-Picot, la madre di tutti i confini. Il tratto di penna che inventò il Medio Oriente
riassunto